Il dubbio che affligge molti lavoratori o meglio ex tali, soggetti che la Fornero ha penalizzato e fatto diventare esodati, resta sempre lo stesso. L’ennesima salvaguardia che il Governo inserirà in Legge di Stabilità, l’ottavo intervento, sarà l’ultimo? Con quest’altro intervento, si metterà la parola fine alla questione esodati? Intanto il Governo velocizza le operazioni e cerca di portare quanto prima a termine quella che proprio secondo l’Esecutivo, sarà la pietra tombale del problema.

Gli emendamenti entro il 1° agosto

La solerzia con cui il Governo sta affrontando il problema esodati dimostra la ferma volontà dello stesso a chiudere definitivamente la partita.

Sarà la Legge di Stabilità lo strumento normativo al cui interno sarà inserita l’ottava salvaguardia. Nulla a che vedere con gli altri temi previdenziali come l’APE o i precoci, l’intervento di salvaguardia per i senza tutela sarà a se stante, non sarà inserito nel calderone di quella che si preannuncia come una mini riforma previdenziale. Dal punto di vista delle coperture, si tornerà a pescare nel Fondo per la salvaguardia, utilizzando le risorse risparmiate dai precedenti 7 interventi a favore degli esodati. Questo è il motivo per cui, nei ripetuti incontri Governo-sindacati sul tema previdenziale, gli esodati non sono stati nominati, così come non si è affatto parlato di salvaguardia. C’è una scadenza importante però per questa categoria di soggetti, quella di domani 1° agosto.

Infatti alle 14:00 scade il termine ultimo per presentare gli emendamenti alla ottava salvaguardia, cioè i correttivi a quella che è una proposta di provvedimento già pronta. Si tratta della proposta 3893 del PD che è stata presa come testo base dell’intero intervento, anche se a dire il vero, il testo preparato prende spunto anche da una proposta della Lega di Salvini.

Chi sono i tutelati del testo base della proposta?

In assenza di interventi e correzioni, il testo quindi appare già pronto per essere inserito nel panorama previdenziale italiano. Sarebbero 5 le categorie di soggetti che dovrebbero rientrare in questo intervento di salvaguardia. I primi sono i lavoratori che hanno usufruito dell'indennità di mobilità o dello trattamento speciale in edilizia con accordi stipulati fino a tutto il 2011.

Necessario inoltre aver cessato il servizio entro il 2014 e trovarsi nella condizione di maturare i requisiti per la pensione, secondo le regole vigenti prima della Fornero, entro 3 anni dalla scadenza dell’ammortizzatore sociale. Rientrano tutti i lavoratori fuoriusciti da aziende fallite, con procedure di liquidazione e così via. Dentro anche quelli che avrebbero raggiunto la pensione con le vecchie norme entro il 2019. In questo caso però necessario che siano stati autorizzati entro il 2011 alla continuazione dei versamenti in maniera volontaria o che si trovassero nella condizione di congedo per l’assistenza di familiari disabili (non solo figli). Infine, via libera anche per coloro che avevano risolto il lavoro a seguito di accordi per risoluzione unilaterale del contratto o incentivi all’esodo.

Resterebbero fuori i cosiddetti quindicenni senza lavoro entro il 2007, i quota 96 della scuola e coloro che al posto di congedo biennale, entro il 2011 godevano di permessi diversi (per esempio i permessi mensili) per assistere familiari disabili. Proprio su questi soggetti esclusi dovrebbero essere depositati emendamenti a correzione del provvedimento, perché lasciare fuori qualcuno significherebbe non chiudere definitivamente la questione esodati.