E’ stato un Matteo Renzi sornione e (ci si augura) poco lungimirante quello che in diretta tv, ospite del programma Porta Porta, ha parlato della prossima riforma delle Pensioni senza neanche menzionare alcune delicate vertenze. Su tutte quelle dei precoci ma anche dei lavoratori esodatie degli individuati impegnati in attività usuranti, dimenticati da un premier che in tema di previdenza è parso piuttosto impreparato. Le ultime news sulle pensioni per i precoci aggiornate ad oggi 8 settembre 2016 si rifanno dunque alla ‘dimenticanza’ del premier (voluta o strategica che sia, sempre preoccupante rimane) e all’avvio del tavolo di confronto sindacati-governo.

In ballo prima di tutto le risorse da mettere in campo che l’Esecutivo vorrebbe limitare a circa 6-700 mln di euro contro i 2 miliardi almeno richiesti da Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera. Al punto in cui ci si trova appare certa l’istituzione dell’APE, in forse quella del bonus contributivo INPS ed altamente improbabile la ratifica di unaQuota 41.

Ultime news pensioni precoci oggi 8 settembre 2016: addio Quota 41? L’APE si farà ma Renzi dimentica la categoria

Come accennato in apertura, le ultime news sulle pensioni per i precoci aggiornate ad oggi 8-09-2016 riguardano in particolare l’intervento del premier Renzi a Porta Porta. Parlando della riforma della previdenza, il numero 1 del PD ha elencato molto sommariamente gli interventi sui quali l’Esecutivo si concentrerà senza però scendere nei dettagli e soprattutto senza considerare certe vertenze.

Il Ministro del Consiglio ha parlato di APE, che consentirà a chi vuole andare in pensione prima di poterlo fare a patto che rinunci a parte del proprio reddito, e di pensioni minime, che lo stesso Renzi ha indicato come una delle priorità. Bisogna che le si alzi ha detto il premier senza però specificare in che modo giungere a questo risultato.

L’intervento di Renzi ha colpito i più non tanto per quello che ha detto quanto per quello che non ha detto. Precoci, esodati e usuranti non sono stati minimamente considerati, come se le loro vertenze non facessero parte del calderone di interventi in fase di elaborazione. A questo punto continua a rimanere in piedi l’ipotesi di un bonus contributivo ma pare del tutto sfumata la Quota 41 anche e soprattutto per via dei costi.

Riforma pensioni, news 8 settembre 2016: Damiano vuole una riforma da due miliardi, il Governo punta a meno della metà

Parlando di riforma pensioni nel suo complesso, e dunque anche di Quota 41, pare proprio che il nodo del contendere sia quello legato al costo della manovra. 'Per arrivare ad un'intesa occorrono almeno 2 miliardi di euro di risorse ‘fresche’ per la previdenza. In caso contrario, andrebbero deluse le aspettative di milioni di lavoratori e pensionati e questo avrebbe ripercussioni negative anche sul Referendum di novembre’ ha sottolineato Cesare Damiano. Referendum che in caso di esito negativo, ha confermato Renzi stesso, porterebbe alla fine del governo. Renzi and co. paiono comunqueintenzionatia riservare all’intera manovra non più di 600-700 mln di euro che dovrebbero finanziarie le detrazioni e gli sgravi sui tassi di resa dell’APE in fase di studioper le categorie meno abbienti. E il resto della riforma? Il costo zero non è attuabile ma anche un rinvio ulteriore rischierebbe di vestire i panni di una goccia che fa traboccare il vaso. Staremo a vedere…