Dovrebbe sciogliersi definitivamente nella prossima settimana il rebus riguardante il complesso sistema di vincoli e parametri che regoleranno l'accesso alla flessibilità previdenziale con l'anticipo pensionistico (APE) e con la cosiddetta Quota 41 in favore dei lavoratori precoci. Le ultime settimane hanno visto accavallarsi dichiarazioni tecniche e indiscrezioni di stampa in merito alla necessità di creare un meccanismo di regolazione nella fruizione delle misure che sappia distinguere non solo tra chi potrà effettivamente andare in pensione e chi resterà purtroppo tagliato fuori dalla misura, ma anche tra gli stessi aventi diritto.

Sullo sfondo resta infatti la necessita di conciliare i budget stanziati anno per anno con le domande che saranno effettivamente inoltrate all'Inps. Ne è uscito un quadro in chiaroscuro degno dei migliori rebus e che al momento rende complicato comprendere quale sarà l'effettivo campo di applicazione dei nuovi strumenti inseriti all'interno della Legge di bilancio 2017.

Riforma pensioni, in arrivo nuovi correttivi sui lavori gravosi

Stante la situazione, le ultime novità arrivate in ordine di tempo riguarderebbero i lavori gravosi e l'obbligo per il lavoratore di aver acquisito una posizione contributiva coerente con tale principio negli ultimi sei anni di carriera. Un vincolo considerato eccessivo dai sindacati, tanto da essere stato al centro degli ultimi incontri del tavolo permanente organizzato con il Governo.

Il correttivo dovrebbe arrivare a breve termine con i nuovi decreti attuativi, fornendo quindi una sorta di franchigia di ulteriori 12 mesi per chi è impegnato in tali tipologie di attività, in modo da agevolare l'accesso all'APE social (che richiede al contempo anche la maturazione di 63 anni di età e 36 anni di contribuzione).

Pensioni flessibili e lavoratori precoci: uscita a quota 41, ma con vincoli

Anche per i lavoratori precoci che desiderano fruire della quota 41 si prospettano diversi limiti di accesso alla misura. Il principale parametro ostativo riguarda la maturazione di almeno 12 mesi di contribuzione prima del 19mo anno di età, fermo restando che sono in molti a non possedere questo requisito, anche solo per ristretti periodi di tempo.

Si pensi, ad esempio, a chi ha maturato solo 11 mesi complessivi. Vi è poi chi raggiungerebbe la soglia attraverso la contribuzione figurativa, volontaria o da riscatto; versamenti che al momento sembrano destinati a restare tagliati fuori dalle regole di conteggio. L'unica contribuzione da riscatto fruibile potrebbe essere quella relativa a periodi lavorativi effettivi, che però non risultano accreditati a causa di eventi indipendenti dalla volontà del contribuente (ad esempio per omissioni da parte del datore di lavoro). Questo parametro andrà poi ad aggiungersi ai profili di tutela individuati anche in questo caso dal legislatore, come ad esempio lo stato acclarato di disoccupazione per licenziamento o dimissioni in giusta causa, oppure per chi ha svolto lavori gravosi alle condizioni già riportate in precedenza.

I limiti di budget per le nuove misure

Entrambi i meccanismi di uscita che vi abbiamo appena riportato dovranno infine sottostare a precisi limiti di bilancio. Nel 2017 parliamo rispettivamente di:

  • 300 milioni di euro per l'anticipo pensionistico;
  • 360 milioni di euro per la quota 41 in favore dei lavoratori precoci.

L'Inps istituirà un'apposita graduatoria, in modo da congelare le eventuali domande in eccesso per rimandarle all'anno successivo. Le recenti anticipazioni riportano che i parametri per definire la priorità di accesso alle misure varieranno sulla base di diverse condizioni, con agevolazioni per chi risulta disoccupato ed in secondo luogo per chi possiede i requisiti di invalidità o si occupa di familiari a carico.

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