La giornata di ieri (massimo oggi) avrebbe dovuto consegnare al Genoa una risposta circa la richiesta di revocazione formulata da Stefano Palazzi, sulla presunta combine con la Lazio (legata al calcioscommesse, anno 2011) per una questione che chiama in causa anche il Lecce. Come noto, la Corte si è riservata di decidere e per i genoani (come per i leccesi) è necessario aspettare. Nonostante ciò, come già affermato da queste pagine alcune settimane fa, più di un indizio lascerebbe pensare che Grifone e pugliesi possano dormire sonni tranquilli.
Ilievsky smentito da Mensurati
La vicenda è nota e salta agli occhi di tutti come (per ragioni formali e giurisdizionali, avendo completato al Tnas il proprio iter processuale) la Lazio e Stefano Mauri siano ormai fuori da ogni discorso, in una vicenda che ha già visto il Genoa e Omar Milanetto assolti sia in sede sportiva che in quella ordinaria.
La revocazione – come spiegato dall’avvocato Mattia Grassani – ha una sua tempistica che in questo caso non è stata rispettata. Inoltre, le novità che Palazzi propone alla Caf per riaprire il procedimento (le dichiarazioni di Ilievsky) sarebbero smentite da altre dichiarazioni del giornalista Marco Mensurati che, in sede giudiziaria, ha evidenziato come ‘lo zingaro’ non sarebbe mai riuscito a incontrare Milanetto. Elementi che la difesa genoana ha senz’altro utilizzato in quella che la Gazzetta dello Sport ha descritto come un’udienza dai toni accesi.
Segnali positivi per il Genoa
Il rinvio della decisione e il sibillino articolo di oggi sulla Gazzetta dello Sport (di solito affidabile nelle cose di palazzo) lasciano pensare che Palazzi sia stato sconfitto, come spesso gli è capitato anche nell’ultimo periodo, dalle argomentazioni delle difese genoane e leccesi.
Inoltre, una condanna per Genoa e Lecce e non per la Lazio, al netto di ogni formalismo, risulterebbe inaccettabile ai più. Anche sulle richieste di Palazzi è lecito avanzare dubbi: in tutti i precedenti con penalizzazioni per responsabilità oggettiva a carico di squadre sconfitte in gare ritenute combinate, queste sono sempre state non superiori a un punto.
I tre punti richiesti contro Genoa e Lecce, sconfitte nelle gare ‘incriminate’, rappresentano un ulteriore elemento persecutorio in un procedimento che, da subito, è apparso condotto con lo scopo di giungere, a tutti i costi, a una condanna.
Una ‘strana’ richiesta di revocazione
Anche impugnando uno strumento giuridico normalmente ad appannaggio della difesa di un imputato condannato.
La revocazione, infatti, consente in presenza di fatti rilevanti o di errori procedurali che hanno condotto a sentenza non giusta, la riapertura di un procedimento passato in giudicato con, appunto, una condanna. Che ciò capiti di fronte a una (doppia) assoluzione, è altro argomento che mette in dubbio la correttezza di quanto proposto dal Procuratore Federale. Come ricordato dal giornalista Lino Marmorato nel suo blog, probabilmente il Genoa e Milanetto (che rischia tre anni e mezzo di squalifica) pagano per non aver voluto patteggiare e l’aver difeso la propria innocenza, riuscendo persino a spuntarla. Affinché si possa scrivere la parola fine tocca attendere ancora qualche giorno, ma tra i tifosi le paure sono quelle di un’imboscata ‘politica’ di una Federcalcio mai troppo amica del Genoa targato Preziosi. La ragione, in sintesi, lascerebbe tranquilli ma l’irrazionale (se non peggio) è sempre dietro l’angolo e la riapertura del processo non può essere esclusa.