L’estate tranquilla dei genoani è stata improvvisamente squarciata dal consueto affondo di Stefano Palazzi che, a dieci anni dalla discutibilissima vicenda Genoa-Venezia, torna all’attacco della società più antica d’Italia. Stavolta il mezzo scelto è una richiesta di revocazione della posizione di Omar Milanetto e del Genoa per responsabilità oggettiva, per la vicenda della presunta combine con la Lazio. Questione su cui è pendente un processo penale ma per la quale Genoa e Milanetto erano già stati in precedenza prosciolti in sede sportiva. Se Mauri e il club di Lotito sono sollevati da ogni pendenza con la giustizia sportiva, anche per i salentini ed alcuni ex tesserati sono in arrivo le ire di Palazzi.
Palazzi vs Genoa
A rendere interessante l’intera vicenda non è certamente il merito, ormai noto alla luce dell’overdose di informazione sulle dichiarazioni a dir poco contradditorie del signor Ilievski prese per oro colato dal Procuratore Federale, bensì la modalità con cui è scattato l’ennesimo attacco contro il Genoa. Per spiegare l’inconcepibile atto posto in essere da Stefano Palazzi, ovvero la richiesta di revocazione degli atti a carico di Milanetto e del Genoa, è utile attingere a quanto dichiarato a Primocanale dal legale Maurizio Mascia.
La spiegazione di Mascia
Mascia ha parlato letteralmente di ‘mostro giuridico’, affermando che ai sensi delle norme federali non è possibile ottenere la revocazione per elementi di merito, come sono di fatto le nuove dichiarazioni dell’ex latitante Ilievski.
Per rimettere in discussione la posizione processuale di chi è già stato assolto in sede di giustizia sportiva, infatti, occorre dimostrare un errore di fatto compiuto nel corso del processo conclusosi con l’assoluzione. In pratica Palazzi dovrebbe individuare vizi formali decisivi, nel procedimento precedente; un po’ come opera la Cassazione nei confronti dei giudizi di merito nella giustizia ordinaria.
Genoa tranquillo, forse…
Il rischio per il Genoa, che non dovrebbe patteggiare neppure a fronte di richieste di multe, squalifiche e penalizzazioni, non dovrebbe porsi in quanto la richiesta di Palazzi sembrerebbe irricevibile a prescindere da cosa possa aver detto il suo teste già in precedenza smontato. Mascia ha altresì ricordato che Milanetto e la sua difesa non hanno potuto avere accesso alle tanto sbandierate dichiarazioni, evidenziando un vulnus della posizione processuale del suo assistito.
Un altro dettaglio non da poco. Tornando alla vicenda sportiva, Mascia ha espresso qualche implicità perplessità circa la terzietà di chi dovrà decidere circa l’ammissibilità della richiesta di Palazzi. Se la legge dice Genoa, il rischio infatti è che il Palazzo appoggi Palazzi.