Ferrara è città d'arte, dell'Ariosto, (V centenario celebrativo in corso), di Bassani e Italo Balbo trasvolatore, di Vittorio Sgarbi nella modernità. Ma oggi è diventata ex isola felice, con la città oggettivamente degradata per una gestione semplicistica e sottovalutata del cosiddetto fenomeno migranti: le cronache cittadine quotidianamente segnalano tensioni e illegalità diffusa di chiara matrice.

La cosiddetta Zona GAD

Il biglietto da visita di Ferrara sono la Stazione Centrale e i grattacieli adiacenti: nucleo del fu quartiere Giardino, fino a pochi anni fa tra le aree più verdi, dopo le splendide Mura rinascimentali, della città, frequentata da madri e bambini e ragazzi e anziani.

Oggi dopo anni di analisi errate da parte di vari assessori e del Partito Democratico da sempre al potere a Ferrara (post PCI e post DS o PDS ovviamente) che liquidavano le già denunce delle opposizioni e dei residenti come percezioni soggettive, la zona immediata di cui prima è praticamente sotto controllo di bande criminose di migranti, più o meno regolari, uffici a cielo aperto della loro diversamente azienda dedita a spaccio di droga e prostituzione. Tale controllo quasi "militare" del territorio è marcato dal tramonto, ma tangibile anche in pieno giorno.

Le polemiche tra PD e opposizioni sono sempre più tese e in espansione esponenziale, come peraltro la diffusione dell'illegalità migrante in tutta la città, a macchia di leopardo, con già almeno un'altra area, praticamente in centro cittadino, quella delle altre mura dei Baluardi, a rischio analogo.

Rapine, scippi, mercatini alternativi illegali analoghi avvengono sempre più anche di giorno in tutta Ferrara. Ultimo esempio significativo dell'emergenza sicurezza a Ferrara è la fuga letterale della polizia municipale in questi giorni durante un controllo: circondati da una squadraccia di migranti, hanno comprensibilmente (sul piano umano) fatto una ritirata strategica, ma francamente insostenibile sul piano della sicurezza istituzionale.

Ars et Circenses come soluzione?

Il fatto di cui sopra neppure è una eccezione in certo senso. Già da tempo le forze dell'ordine denunciano dinamiche simili e l'assenza di mezzi concreti per intervenire con efficacia. Il Pd ora ha quasi dimenticato le sue analisi psicologiche distorte con cui minimizzava il fenomeno: tuttavia, è una città d'arte, anziché ascoltare le opposizioni e molti ferraresi che domandano più potere alle forze dell'ordine, magistrati meno discrezionali e buonisti, persino una fase con intervento diretto dell'esercito, sembrano ancora convinti che basti rivitalizzare l'area specifica con nuove iniziative costanti culturali o eventi mercantili.

Il vice sindaco Maisto afferma molto discutibilmente tale soluzione, gli assessori-esperti vari alla sicurezza, Modenesi e Sapigni, sembrano avallare con spiegazioni da terzo mondo sul piano conoscitivo e sempre edulcoranti, la natura comunque storicamente provinciale e contadina di una città incapace strutturalmente di affrontare problematiche del genere. Della serie, quando il buonismo acritico e l'ignoranza rischiano di uccidere il futuro di una città, d'arte e dell'Unesco: le nuove generazioni se ne vanno e Ferrara è capitale gerentocratica, la più anziana come residenti d'Italia.