Ieri sera Renzi si è dimesso e con lui tutto il governo, la parola è passata al Capo dello Stato Mattarella che, tra le sue prerogative ha quella di decidere autonomamente come risolvere la crisi.

Che cosa farà il Presidente della Repubblica? Tra le ipotesi sul tappeto ci sono:

  • un incarico istituzionale al Presidente del Senato Grasso, che essendo la seconda carica dello Stato, potrebbe dar vita ad un governo istituzionale che consenta di elaborare la prossima legge elettorale dopo il pronunciamento della consulta, atteso per il 24 gennaio;
  • un incarico ad un rappresentante del PD (non inviso a Renzi) in quanto partito di maggioranza, che possa portare il Paese alla normale scadenza della legislatura, nel 2018. La persona incaricata dovrebbe non "fare ombra" all'ex presidente del Consiglio in previsione di una sua prossima candidatura alle politiche.
  • un incarico ad una persona non del PD con il compito di creare un governo di larghe intese con l'apporto di tutti i partiti. Questa ipotesi pare non interessare ad alcuni partiti quindi dovrebbe morire sul nascere

Le intenzioni dei partiti

Se queste sono le possibili soluzioni che Mattarella metterà sul tavolo, i partiti fanno proposte divergenti: la Lega e il M5S vogliono andare alle urne subito e con qualsiasi legge elettorale, Forza Italia vorrebbe una nuova legge elettorale prima di far esprimere i cittadini, l'opinione del PD è molto varia: Renzi vorrebbe andare subito al voto se non si riesce a formare un governo istituzionale sostenuto da tutti i partiti, la parte minoritaria del Partito Democratico ( D'Alema, Bersani) vorrebbe attendere la nuova legge elettorale.

Non si deve perdere tempo

I giochi politici naturalmente, interessano pochissimo i cittadini italiani, che votando in massa il No al referendum proposto dal governo, lo hanno di fatto sfiduciato. Chi combatte ogni giorno contro la disoccupazione, la povertà, i problemi della scuola e le tasse troppo alte non desidera certo assistere ai balletti dei vari partiti e chiede solo e con forza che si vada al voto al più presto e che questo voto consenta loro di esprimere le preferenze per i singoli candidati. Alla fine il referendum è stato bocciato proprio perchè veniva impedito di votare come si conviene.

I cittadini chiedono quindi di poter esprimersi al massimo entro la prossima primavera. La cosa più temuta è quella che si metta in piedi un governicchio al solo scopo di giungere alla fine naturale della legislatura nel 2018. Una simile prospettiva sarebbe veramente deleteria e il Paese non se la potrebbe permettere.