Innanzitutto va precisato che la definizione di reddito di cittadinanza, in voga negli ultimi anni ovvero da quando è nato il M5S che gli ha dato risonanza, è errata perché riferita ad una tipologia di reddito da somministrare a chiunque, a prescindere che si tratti di un povero o un ricco.

Il reddito di cittadinanza proposto dal M5S, altro non è che il RMG (Reddito Minimo Garantito), cosi come si evince dal DDL presentato dal movimento stesso in Commissione Lavoro del Senato, che riprende le raccomandazioni e le linee guida indicate dall'Ue.

Infatti la tanto vituperata Ue parlava e raccomandava a tutti gli Stati membri già nel 1992 con la 92/441/CEE, di introdurre il RMG indicandone anche i paradigmi su cui basarsi; concetti reiterati anche nel 2008 e infine con la risoluzione del Parlamento europeo ratificata il 21/10/2010 con 540 voti a favore e soli 19 contrari.

Tra gli Stati membri dell'Ue, le sole Grecia e Italia non si sono mai uniformate a tali raccomandazioni, gli altri lo hanno fatto tutti; Inghilterra, Germania e Francia hanno il reddito minimo garantito da ben prima che fosse raccomandato dall'Unione Europea, i paesi del nord Europa con la Danimarca in testa sono all'avanguardia e anche altri Stati nel mondo (Brasile, India e Namibia) l'hanno adottato in quanto ormai riconosciuto come diritto fondamentale di ogni individuo e volto a tutelare la dignità della persona.

L'Italia, in tal senso, è sempre stata un'anomalia nel panorama europeo e come tale veniva definita già nel 1997 dalla Commissione Onofri: "si denuncia il ritardo italiano in merito e si propone una riforma del welfare in grado di porre rimedio alla grande anomalia della situazione italiana", ovvero "l'assenza di uno schema di reddito minimo garantito per chi è totalmente sprovvisto di mezzi".

Ma chi sono i beneficiari del reddito minimo garantito o reddito di cittadinanza nella locuzione, seppur errata che ha voluto adottare il M5S e qual è lo spirito che ne rende ormai doverosa l'applicazione?

I beneficiari del RMG sono tutti quei soggetti a rischio di esclusione sociale per i quali va salvaguardata la dignità ed ai quali si darebbe così la possibilità di partecipare al benessere generale, riacquistare autostima e libertà di scelta.

Infatti uno dei punti cardine dei succitati paradigmi prevede proprio che il godimento del RMG non debba essere vincolato a costrizioni e controlli irrazionali che possano influire sull'autostima del beneficiario e sulla sua autodeterminazione.

I soggetti in questione, pertanto, possono ricondursi al seguente elenco:

  • disoccupati con difficoltà a trovare nuovo lavoro

  • tutti i soggetti in difficoltà nella transizione lavorativa

  • giovani in cerca di prima occupazione

  • individui emarginati ed estromessi da diverso tempo da qualsiasi attività produttiva

  • precari e sottoccupati

L'Italia non è mai riuscita nemmeno ad aprire un dibattito, un ragionamento che potesse portare all'istituzione del reddito minimo garantito, limitandosi ad interventi una tantum e di limitata portata economica e sociale perché rivolti o solo agli indigenti o solo a determinate categorie escludendone altre.

La ministra Boschi ha affermato che il Governo è pronto ad un confronto sul tema, Mah! Riusciranno in nostri eroi politici a trovare una soluzione per i milioni di italiani che si trovano in difficoltà grazie anche alla loro incapacità (chiamiamola così...)? Ai posteri l'ardua sentenza!