Finalmente Camera e Senato arrivano all'approvazione del provvedimento che vieta l'erogazione del vitalizio ai parlamentari condannati in via definitiva. Una volta tanto, le istituzioni si trovano in sintonia con il diffuso sentimento popolare che non tollera sacrifici ulteriori per la collettività a vantaggio dei parlamentari condannati, non solo per reati come la corruzione ed in genere i delitti contro la Pubblica amministrazione, che sono quelli che naturalmente determinano maggiore discredito nei confronti dei rappresentanti del popolo, ma comunque per i reati di maggiore gravità.
Ha incominciato l'ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati a dare il suo ok alla delibera che abolisce i vitalizi agli ex deputati condannati definitivamente per gravi delitti. Hanno votato a favore Pd, Sel, Scelta Civica, Fratelli d'Italia e Lega, anche se considera blande le misure contenute nel documento. Non hanno partecipato al voto 5 Stelle ed Alleanza Popolare. Anche l'ufficio di Presidenza del Senato ha approvato la medesima delibera, con il voto contrario di Movimento 5 Stelle e Gal.
La proposta approvata prevede che perdano il diritto al vitalizio i parlamentari condannati in via definitiva a più di due anni di reclusione per reati di mafia, terrorismo e contro la PA, ad eccezione dell'abuso di ufficio, nonché tutti quelli che comportano condanne superiori a 6 anni. Nonostante una convergenza ampia sul provvedimento come licenziato dai rispettivi uffici di Presidenza, c'è da dire che soprattutto il Movimento 5 Stelle si è manifestato particolarmente critico nei confronti del documento, proponendo, prima di astenersi dalla partecipazione al voto, modifiche che prevedevano - tra l'altro - l'abbassamento del tetto da 6 a 4 anni per gli altri reati, l'inclusione dell'abuso d'ufficio tra i reati per cui si prevede l'esclusione del vitalizio. M5S, inoltre, ha proposto senza successo anche l'esclusione del ripristino del vitalizio in caso di riabilitazione e della reversibilità del vitalizio in caso di decesso. Ad ogni buon conto, un primo passo è stato fatto, anche dopo numerose pressioni provenienti dalla società civile e dall'associazionismo.