Concluso lo scorso 4 novembre il ciclo di audizioni in commissione giustizia sul provvedimento C. 2953 (delega al Governo recante disposizioni per l’efficienza del processo civile), è in corso la presentazione degli emendamenti. Fa discutere quello relativo alla soppressione del Tribunale dei minorenni, le cui competenze saranno trasferite a sezioni specializzate per la persona, la famiglia e i minori di Tribunali e Corti d’Appello. Lo stesso destino attende anche alla Procura della Repubblica istituita presso il Tribunale dei minorenni. L’emendamento porta la firma dell'On.
Donatella Ferranti del Partito Democratico, Presidente della commissione giustizia. Ricordiamo che, oggi, quello dei minorenni è un tribunale collegiale (composto da quattro giudici: due togati e due onorari esperti in pedagogia o psicologia) che ha competenze, distinte da quelle del tribunale ordinario, che spaziano dal settore civile a quello amministrativo, alla giustizia penale. L’emendamento punta a ricomporre questa separazione, ritenuta anacronistica, nel quadro di un più generale piano di razionalizzazione volto a ridurre la frammentazione delle competenze ora attribuite ad autorità giudiziarie diverse.
Le prime reazioni
L’emendamento, appena annunciato, non ha mancato, come era ampiamente prevedibile, di suscitare immediate polemiche.
L’esecutivo rivendica di essersi incamminato sulla strada indicata dalla magistratura inaugurando l’anno giudiziario, quantunque vada ricordato che, nell'occasione, il Primo presidente della Corte di Cassazione, dott. Giovanni Canzio, nel suo intervento, privo di riferimenti alla giustizia minorile, avesse auspicato solo il trasferimento a sezioni specializzate del Tribunale ordinario della competenza in materia tributaria.
Le maggiori critiche vengono, invece, proprio dai giudici, che accusano il Governo di ignorare la delicatezza delle competenze della magistratura ed, in particolare, della Procura minorile, non limitate alla repressione dei reati del minori over 14, ma estese anche, e soprattutto, alla protezione dei ragazzi e delle loro famiglie.
Si denuncia, inoltre, il rischio di disperdere un patrimonio di conoscenze in questo particolare campo del diritto accumulato di anni di specializzazione. Dovendosi occupare anche di altro, sottolinea infine, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Torino, dott.ssa Anna Maria Baldelli, i magistrati potrebbero non trovare il tempo necessario da dedicare ai minori, come invece avviene oggi in molte realtà dove la giustizia minorile funziona benissimo. Ma non è con i minorenni che il Governo dovrà fare i conti alle prossime elezioni.