Giustizia e carceri, amnistia e indulto, diritti umani e certezza della pena. Sono questi alcuni dei temi al centro del dibattito del quarantesimo congresso del Partito radicale che ha preso il via oggi nel carcere di Rebibbia a Roma. Si tratta del primo congresso politico celebrato all'interno di un istituto penitenziario e del primo congresso radicale dopo la morte di Marco Pannella, il leader storico dei radicali che fino agli ultimi giorni di vita si è battuto per l'amnistia e indulto contro il sovraffollamento carceri e per una giustizia giusta che rispetti la Convenzione europea dei diritti umani.
Giustizia, il ministro Orlando al congresso del Partito radicale
Durante i lavori del congresso è intervenuto il ministro della Giustizia Andrea Orlando e ha mandato un messaggio il presidente del Senato Pietro Grasso. Tra i presenti a Rebibbia anche Totò Cuffaro, Marcello Dell'Utri, Ottaviano Del Turco e Raffaele Sollecito. Non cambia posizione su amnistia e indulto e rivendica i meriti del Governo Renzi per la riduzione della popolazione carceraria dopo la sentenza Torreggiani, ma il guardasigilli ha affermato che "c'è bisogno di una ripresa forte delle iniziative del Partito radicale - ha detto Orlando - perché di fronte a nuove emergenze, come quelle rappresentate dalla minaccia del terrorismo, c'è il rischio - ha sottolineato - di una torsione securitaria prima ancora che legislativa".
Amnistia e indulto tra i temi al centro delle battaglie radicali
Consapevole delle difficoltà che si incontrano ad affrontare i temi delle carceri, così come dei provvedimenti generali di clemenza come indulto e amnistia, il ministro della Giustizia ha detto che "c'è bisogno di rompere un muro di silenzio che circonda alcuni temi e questo - ha evidenziato Orlando - non si può fare in Parlamento ma si può fare nel Paese".
Anche il presidente del Senato della Repubblica ha sottolineato l'importanza delle battaglie radicali. "Credo sia importante - ha detto la seconda carica dello Stato - tenere alta l'attenzione sulle condizioni di vita nelle carceri. Troppo spesso - ha aggiunto Pietro Grasso nel messaggio inviato al Partito radicale - dimentichiamo il fine ultimo della detenzione: il reinserimento nella società di chi ha commesso dei reati".