Il prossimo 4 dicembre l'Italia sarà chiamata ad esprimersi su un referendum dalla portata storica: gli elettori infatti, dovranno decidere se approvare o meno la riforma costituzionale votata dal Parlamento italiano su proposta del Premier Renzi. Cerchiamo di capire quali sono i punti essenziali della riforma, nel tentativo di rendervi le idee più chiare in vista del voto.

Riforma del Senato

Si tratta della parte più importante del testo: se la riforma costituzionale dovesse essere approvata, si metterà fine al "bicameralismo perfetto". Il Senato però non verrà eliminato, ma modificato: i membri non saranno più 315, bensì 100.

95 saranno eletti dai consigli regionali (o dalle province autonome a Trento e Bolzano), mentre gli altri 5 saranno eletti dal Presidente della Repubblica.

74 senatori saranno scelti tra i membri degli stessi consigli regionali, 21 tra i sindaci del territorio. Si tratterà dunque di un'elezione di secondo livello, con i nuovi senatori che saranno eletti dai consigli, mentre i consigli saranno formati in base alle scelte degli elettori. Il metodo con il quale gli elettori potranno esprimere la loro scelta lo chiarirà il Parlamento quando - in caso di vittoria del "Sì" - si riapriranno i lavori e la nuova legge elettorale sarà discussa.

Le nuove competenze del Senato - In caso di affermazione del "Sì" - si assisterà ad una riduzione dei poteri del Senato.

Quest'ultimo conserverà la sua competenza legislativa solo in alcuni ambiti. Citiamo i più rilevanti:

  • Riforme costituzionali
  • Disposizioni sulla tutela delle minoranze linguistiche
  • Referendum
  • Verifica dell'attuazione delle leggi dello Stato
  • Valutazioni delle politiche pubbliche

Alcuni costituzionalisti fanno notare come le competenze del nuovo Senato siano piuttosto generiche e in alcuni casi potrebbero presentarsi dubbi di natura interpretativa.

Per le altre leggi che non rientrano nelle sue competenze, il Senato - facendone espressa richiesta entro 10 giorni - potrà riesaminare il testo e proporre eventuali modifiche nei 30 giorni successivi. E' inoltre importante sottolineare come il nuovo Senato non potrà dare la fiducia al Governo, il quale per insediarsi dovrà ottenere il voto di fiducia della sola Camera.

Riforma del Titolo V

Attraverso la riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione, ci sarà la riduzione delle autonomie delle regioni a favore dello stato centrale, fatta eccezione per la sanità. La riforma inoltre, prevede anche l'abolizione delle province, i cui poteri sono già stati ridotti negli ultimi anni.

Dall'abolizione del CNEL alla riduzione dei costi della politica

Abolizione CNEL - La riforma prevede l'abolizione del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, la cui facoltà di promuovere disegni di legge non è quasi mai stata messa in pratica.

Elezione Presidente della Repubblica - Per l'elezione sarà necessario raggiungere la maggioranza dei due terzi fino al quarto scrutinio, dalla quarta alla settima votazione serviranno i tre quinti, mentre dalla settima in poi saranno sufficienti i due quinti dei presenti.

Referendum - Attualmente, in materia di leggi, esiste solo il referendum abrogativo che prevede 2 parametri:

  • 500.000 firme raccolte per indirlo
  • Approvazione al superamento del quorum (50% più uno)

Con la riforma costituzionale, chi dovesse riuscire a raccogliere 800.000 firme, potrà misurarsi su un quorum calcolato sul numero di votanti alle ultime elezioni politiche. Vi sarà inoltre anche la possibilità di indire referendum propositivi, lasciando poi ad una legge costituzionale la loro definitiva introduzione.

Riduzione costi della politica - Più volte il ministro Boschi ed il Premier Renzi hanno sottolineato come questa riforma costituzionale, se approvata, consentirebbe di risparmiare circa 500 milioni di euro, ma l'entità di questa riduzione è molto contestata.