Certo che l'uscita di Renzi di qualche giorno fa ha lasciato perplesse non poche persone, scatenando ilarità tra la destra e facendo storcere il naso a sinistra. Anche alla stessa Boldrini che ha sempre sostenuto invece che i migranti sono una risorsa. Ma le critiche non arrivano soltanto dai politici e dalle istituzioni ma anche dalla Chiesa. Il Vescovo Nunzio Galantino si è espresso contro le dichiarazioni di Renzi.

Aiutarli a casa loro è scaricare la responsabilità

A quanto pare la frase "Aiutiamoli a casa loro" pronunciata da Renzi non è andata già alla Chiesa, il vescovo Galantino sostiene che se non si dice in che modo, quando e con quali risorse aiutarli si rischia che le buone intenzioni non bastino, e può essere considerato un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità.

Il Vescovo è critico anche nei confronti della distinzione tra poveri e migranti ed addirittura tra profughi e migranti economici, per lui sono tutti uguali. Per il prelato dunque non è giusto differenziare chi arriva in Italia perché scappa dalla guerra e da chi scappa per fame. Forse qualcuno dovrebbe far presente a Galantino che i miliardi di poveri del mondo in Italia non entrano, però questo è un altro discorso. Ma in Vaticano invece non la pensano nello stesso modo, il Cardinale Parolin dice invece che aiutarli a casa loro è fattibile e pratico, in modo che la migrazione non sia più un fenomeno forzato ma libero. Però è d'accordo anche sulla nuova legge dello ius soli, il principio della cittadinanza è valido se le regole vengono rispettate.

L'appello di Galantino e l'8x1000

Per il vescovo è importante che tutti siano liberi di scegliere o di restare, per questo motivo ha lanciato una campagna da 30 milioni di Euro raccolti grazie all'8x1000. Vuole che la Politica si occupi di tutti i poveri indiscriminatamente, vuole legare il fenomeno della povertà a quello dell'immigrazione.

Si scaglia dunque contro chi vuole fare una differenziazione, contro chi vuole alimentare una guerra tra poveri. Il quotidiano l'Osservatore Romano si scaglia contro l'Europa, accusandola di aver lasciato sola l'Italia a fronteggiare l'emergenza migranti in quanto non costringe gli altri Paesi Europei ad aprire i porti per far sbarcare i profughi.

La Cei ha stanziato 1 milione e mezzo di euro per far fronte a due emergenze umanitarie: i profughi siriani e la crisi venezuelana. Ecco che dunque i soldi dei contribuenti italiani donati alla Chiesa Cattolica finiscono per aiutare, non solo gli italiani, ma anche altri popoli nel mondo.