In occasione della festa di Sinistra Italiana di Roma, in corso di svolgimento dal 13 al 23 luglio al Testaccio, Blasting News ha intervistato in esclusiva Corradino Mineo, ex giornalista RAI e attuale senatore di SI. Ecco cosa ci ha detto.
'E' necessaria una sinistra unita: ponti d'oro a chi rompe col PD e con Renzi per fare qualcosa di diverso'
Senatore Mineo, in queste settimane si parla molto di unità a sinistra. Secondo lei è realisticamente possibile avere una sola lista a sinistra del Pd alle prossime Elezioni politiche?
"Non solo è possibile, ma è necessario.
Perché è importante che la campagna elettorale non si riduca a uno scontro ideologico senza politica, o che anzi neghi la politica: tra un populismo di opposizione come quello di Salvini, quello di Governo come fa Renzi e quello di lotta e di governo alla Grillo. E' importante che la sinistra dica che bisogna chiudere la fase rovinosa della "terza via" che ha portato a questa mondializzazione e a ingiustizie enormi. E' stata una fase di sconfitte clamorose, come dimostra la fine del Partito Socialista in Francia, del PASOK in Grecia e la sconfitta della Clinton negli USA. Si deve aprire invece una fase in cui la sinistra si rinnova partendo dai suoi valori".
Ma una lista unica è possibile per voi farla anche insieme a chi, per esempio, non ha votato No sui nuovi voucher, o magari votò SI al referendum costituzionale?
"Quando bisogna fare delle operazioni politiche nell'interesse del Paese occorre sempre essere generosi.
Io trovo che ci siano in MDP e Campo Progressista alcuni che non hanno fatto la battaglia che io ho fatto contro la grande follia della riforma costituzionale o contro l'Italicum; così come è evidente che Pisapia e alcuni fuoriusciti da SEL si illudono che le Primarie siano una pozione magica che risolve i problemi di linea.
Però tutte queste personalità oggi vengono sul nostro terreno, cioè prendono atto che si deve rompere con il PD e con Renzi per fare invece qualcosa d'altro: e allora ponti d'oro".
'PD ha un ceto politico che pensa solo a comandare, non ha ideologia e vuole solo il potere'
E a proposito del PD, partito nel quale lei è stato eletto al Senato 4 anni fa, pensa davvero che sia irriformabile o che invece faccia bene qualcuno, come Andrea Orlando ed Emiliano, a proseguire la propria battaglia interna?
"Il PD è un partito che ha lasciato fuggire una gran parte della sua base, degli iscritti, dei simpatizzanti ed elettori.
E li ha sostituiti con un ceto politico che ragiona in questo modo: "Franza o Spagna purché se magna": il suo problema è solo comandare e governare, entrare nei consigli comunali e regionali ed entrare in tutte le strutture consociate. Non c'è più nessuna ideologia: non mi interessa dire se il PD sia di destra o di sinistra, semplicemente esso non ha ideologia ed è un partito del potere. Il tutto a immagine e somiglianza di Renzi. Ci sono alcune persone rimaste lì dentro, ma credo sia un loro problema personale".
Ma ci sono partiti della famiglia socialista che sono tornati a sinistra dopo anni in cui erano stati più moderati, basti vedere i Laburisti inglesi con Corbyn. Non può succedere anche in Italia?
"Il partito Laburista inglese ha un grande vantaggio: è il vecchio partito del lavoro, che era stato infeudato da Blair, ma ha poi saputo ritornare alla proprie origini. Perfino i democratici americani hanno fatto qualcosa del genere. Purtroppo in Italia da un quarto di secolo i vecchi partiti non ci sono più: c'è un nuovismo disastroso, come accaduto col PD di Veltroni che voleva il partito maggioritario, con le primarie, la demagogia del premier e l'idea della democrazia maggioritaria in cui vince anche chi ha solo un voto in più. Queste sono tutte sciocchezze che sono crollate in tutto l'Occidente. Quindi è difficile che per il PD ci sia un riscatto: poi naturalmente staremo a vedere, noi non siamo contro a nessuno, noi abbiamo una linea davvero di sinistra e poi vediamo quello che succede".