Da quando Massimo D’Alema ha deciso di partecipare alla scissione del Pd e di fondare insieme a Pierluigi Bersani un nuovo partito (Articolo 1-Mdp, ora ‘Insieme’ a Giuliano Pisapia), sono molti i sassolini dalla scarpa che si sta togliendo. L’ultima occasione, in ordine di tempo, è rappresentata da un’intervista, la prima in assoluto, concessa oggi, 14 luglio, al Fatto Quotidiano. D’Alema commenta causticamente, come è solito fare, alcuni passi della recente fatica letteraria di Matteo Renzi, ‘avanti’, che citano il suo nome in maniera naturalmente poco lusinghiera.

Da condannare, secondo il Lìder Maximo, è il metodo renziano che utilizza persino la figlia per offendere gli avversari politici. Netta anche la presa di posizione in favore di Enrico Letta, anche lui finito sotto il fuoco di fila delle anticipazioni del libro scritto dal segretario Dem. D’Alema parla anche di se stesso, non escludendo a priori una sua prossima candidatura politica.

Contro la maleducazione renziana

Il leader di Mdp è rimasto molto colpito da alcune frasi contenute nel libro ‘Avanti’ in cui Matteo Renzi rivela, cercando di tenere un tono spiritoso, di aver chiesto alla figlia se fosse sicura che Matteo Orfini, attuale presidente del partito, avesse abiurato definitivamente il “dalemismo”.

Secondo l’ex premier (1999) questo episodio è semplicemente “aberrante” perché sintomo inequivocabile di “educazione all'odio” ed “elogio del tradimento”. Un concetto di educazione non proprio in linea con i principi del politico pugliese che, sarcasticamente, si dichiara seriamente preoccupato per la giovane Renzi.

D’Alema, come Letta, disgustato da Renzi

Altro passaggio chiave dell’intervista di D’Alema al Fatto è la decisa presa di posizione in difesa di Enrico Letta, attaccato a sua volta in maniera virulenta dalla penna intrisa nel curaro dal capo del Nazareno. Alla domanda se abbia letto il libro ‘Avanti’, ‘baffino’ risponde da par suo esprimendo una immediata solidarietà a Letta jr e dichiarando di condividere il suo disgusto nei confronti del modo di esprimersi di Renzi.

D’Alema si candida?

Altro tema toccato nel colloquio col quotidiano diretto da Marco Travaglio è quello della sua possibile candidatura alle prossime elezioni politiche. D’Alema non lo dice chiaramente ma, a domanda precisa, risponde che dipenderà tutto dalle elezioni primarie. Se si dovessero tenere, afferma telegrafico, “decideranno gli elettori”. Comunque sia, il punto di partenza del ‘nuovo dalemismo’ è il “ritorno alla serietà della politica”. Serietà che nel campo della ‘sua’ sinistra significa dare vita ad un “soggetto unitario”. Decisione, quella di fondare Mdp e Campo Progressista, che dovrebbe essere sancita in autunno da una “consultazione popolare”.