Arriva direttamente dal quotidiano "Le Monde" la nuova battaglia del ministro dell'ecologia francese Ségolène Royal. Il ministro, che soli pochi giorni fa aveva sollevato un caso definito poi Nutellagate accusando la Ferrero di distruggere il pianeta per le materie prime, si scaglia adesso contro il colosso Monsanto, caposcuola di tutte le corporation con un fatturato nel solo 2014 di 5,1 miliardi di dollari.
Il glifosate al centro dell'attenzione: potrebbe essere cancerogeno
Dal 1 gennaio 2016 non si potrà più, secondo il ministro ecologista, vendere il tanto discusso Roundup, prodotto di punta della Monsanto ed erbicida, perché contiene il glifosate.
Questa sostanza, un pesticida, è stato descritto dall'organizzazione mondiale della sanità come "potenzialmente cancerogeno", anche se secondo il centro internazionale di ricerca sul cancro, "probabile" non sarebbe sufficiente per dichiararne la certezza. Il tutto nasce, secondo "Le Monde", da un appello fatto dalla CLCV (l'associazione consumatori francesi) proprio al ministro nonché alle agenzia sanitarie francesi, preoccupata dai potenziali rischi dell'utilizzo del pesticida nei giardini delle abitazioni private. Il ministro Royal, sottolinea in casa nostra "Il Foglio", si scontra in questo modo con il collega ministro dell'agricoltura Stéphane Le Foll, "che si è invece detto contrario a un suo ritiro dal commercio". Fatto sta che il ministro propone che la vendita diretta ai giardinieri "amatori" non sarà più possibile, ma gli stessi dovranno passare attraverso un intermediario che possa informarli sui potenziali rischi dei prodotti che stanno acquistando.
Dalla Nestlé alla Ferrero e alla Monsanto, le corporation e la salvaguardia della salute umana
Al di là delle dichiarazioni politiche e delle accuse e scuse lanciate via social network, i consumatori sono sempre più preoccupati del fatto che le multinazionali badino più ai miliardi dei loro fatturati piuttosto che agli ingredienti con i quali confezionano i prodotti, alimentari e non.
Recente il caso della Nestlé, che ha dovuto ritirare dal mercato indiano e distruggere i suoi famosi noodles, nei quali sarebbe stata trovata una quantità di piombo eccessiva per il corpo umano.
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