La steatosi epatica non alcolica, spesso associata alla presenza di grasso viscerale (o addominale, definito anche obesità centrale), è un problema che affligge molti uomini e donne (soprattutto in menopausa). La terapia di prima scelta è il cambiamento di stile di vita (alimentazione bulanciata ed esercizio fisico giornaliero); contemporaneamente vanno monitorati i livelli di vitamina D nel sangue.

Lo studio dei ricercatori

I ricercatori del Department of Family Medicine, del Seoul National University Hospital, (Corea del Sud), hanno condotto uno studio su 7.514 pazienti (5.278 uomini e 2.236 donne).

I soggetti sono stati sottoposti a tomografia computerizzata addominale per valutare l’area di grasso viscerale, ad ultrasonografia per riconoscere la steatosi epatica non alcolica, e a prelievi di sangue per l’analisi dei parametri metabolici. Sorprendentemente, è stata riscontrata una deficienza significativa di vitamina D (<20 ng/mL) negli individui con fegato grasso. E’ stato inoltre verificato che più era severa la degenerazione del fegato, più era basso il livello ematico di vitamina D. Il lavoro verrà pubblicato, nel gennaio 2017, sulla rivista Gastroenterology and Hepatology. Occorreranno ulteriori indagini per chiarire il meccanismo alla base della correlazione osservata.

Steatosi epatica non alcolica

Nei paesi occidentali è aumentata negli ultimi anni del 30%, ed è diventata la malattia epatica cronica più comune. L’ accumulo di grassi (trigliceridi) nelle cellule del fegato può portare a steatoepatite (infiammazione cronica), cirrosi (danno epatico), e carcinoma epatocellulare. Si presenta, generalmente, nei soggetti con problemi di obesità, insulino-resistenza, diabete di tipo 2 o sindrome metabolica (ossia con tre fattori di rischio, come grasso viscerale, dislipidemia, ipertensione).

Viene diagnosticata con un’ecografia, piuttosto che con una biopsia.

Meccanismo di azione

La motivazione alla base dell’associazione tra deficienza di vitamina D e steatosi epatica non alcolica è ancora sconosciuta. L’ipotesi più accreditata - verosimile per i maschi - è di tipo ormonale: la carenza di vitamina D potrebbe indurre una deficienza dei livelli di testosterone, a sua volta fattore di rischio nella comparsa del fegato grasso.

E’ un dato di fatto, peraltro, che la steatosi epatica tende a regredire spontaneamente con la correzione dello stile di vita e il calo di peso corporeo. In base a questa osservazione si consiglia anche un’attività aerobica, con esposizione al sole, per stimolare la produzione di vitamina D.