C'è l'accordo e, pertanto, a meno di ripensamenti delle ultime settimane, si farà l'atteso match che metterà in palio ben quattro cinture dei pesi massimi. Anthony Joshua, campione WBA, IBF ed IBO, e Joseph Parker, detentore del titolo WBO, saliranno sullo stesso ring il prossimo 31 marzo. Il piano di Eddie Hearn, potente manager di Joshua, è quello di portare il suo pupillo a riunificare il titolo mondiale della categoria regina, ma per farlo dovrà necessariamente incrociare i guantoni con il campione WBC, Deontay Wilder, in un vero scontro di Titani o, se preferite, nell'ennesimo incontro del secolo.

Sulla sua strada, però, c'è un altro campione imbattuto e, sebbene Joshua sia nettamente favorito, sarà il ring a decretare il vincitore.

Accordo sulle borse

Le trattative, come accade sempre in questi casi, sono state di natura economica. Le parti hanno concordato che Joshua percepirà tra il 65 ed il 70 per cento della borsa, mentre la fetta per il campione mondiale neozelandese sarà del 30-35 per cento. Stiamo parlando di un accordo formale, sebbene la data sia stata già concordata, e dunque indicare fin d'ora la sede è un pò una forzatura. A quanto pare, Cardiff è chiaramente favorita: la capitale gallese nella quale il britannico ha sconfitto Carlos Takam nell'ultima difesa del titolo. La scelta degli stadi sta portando fortuna a Joshua, oltre a regalare ai match una ciclopica cornice di pubblico.

Tra due settimane, a Londra, si terrà una conferenza stampa nel corso della quale saranno ufficializzate data e sede del match.

Analisi del match

Sull'effettivo valore di Anthony Joshua erano in tanti a muovere più di un dubbio, considerando che il campione britannico non aveva certamente incontrato pugili di livello stellare.

Un giudizio parzialmente mutato con lo straordinario match contro l'ex campione Wladimir Klitschko, vinto per K.O. tecnico all'undicesimo round dopo che entrambi erano finiti al tappeto nelle riprese precedenti, scambiandosi colpi durissimi. Nella sfida con Carlos Takam, Joshua è stato meno brillante sebbene l'avversario non lo abbia mai realmente impensierito.

Il match è stato interrotto al decimo round, anche se Takam dava l'impressione di poter ancora proseguire: ad ogni modo Joshua era in netto vantaggio ai punti. Il personale del pluricampione britannico di origine nigeriana è di 20 vittorie su altrettanti match, tutte prima del limite.

Diversi dubbi vengono invece mossi sull'effettivo valore di Parker che ha conquistato il titolo WBO vacante nel dicembre del 2016 battendo ai punti Andy Ruiz. A giugno dello scorso anno è arrivata un'altra vittoria ai punti contro il modesto rumeno Razvan Cojanu mentre a settembre Parker ha conservato il titolo soffrendo contro Hughie Fury, cugino dell'ex campione Tyson Fury, con un verdetto a maggioranza piuttosto controverso.

Insomma, nelle sulle ultime uscite il neozelandese non ha certamente scritto la storia della boxe, sebbene a 25 anni gli siano stati predetti notevoli margini di miglioramento. Contro Joshua non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare, ad iniziare dalla dimostrazione di essere un campione del mondo e non solo un pugile con la cintura.

La sua vittoria rovinerebbe non poco i piani di Eddie Hearn e guasterebbe l'attesa di tutti gli appassionati che vedono in un ipotetico Joshua-Wilder l'unica, autentica sfida per il titolo mondiale dei pesi massimi. A spezzare una lancia a favore di Parker c'è stato il parere illustre di Bob Arum, uno dei 'mostri sacri' della boxe made in USA. Per il celebre promoter ed organizzatore, "Parker ha buone possibilità contro Joshua, perché Joshua è un grande combattente e possiede talento, ma non ha un buon mento".

Non sarebbe dunque un grande incassatore, secondo Arum, a differenza di Parker.

L'attesa di Wilder

Spettatore interessato è ovviamente Deontay Wilder. L'imbattuto campione del mondo dei pesi massimi versione WBC ha già lanciato la sua sfida a Joshua, sostenendo che l'unico motivo per cui lo staff del britannico non organizza l'incontro è "il rischio (per loro) che io possa vincerlo". Per lui il futuro immediato è già tracciato: il prossimo 3 marzo, al Barclays Center di Brooklyn, Wilder affronterà Luis Ortiz, il 'king kong' cubano ex campione WBA. Un match certamente impegnativo per il detentore del titolo, contro un avversario maturo (38 anni), conosciuto per la potenza dei suoi pugni e con un record immacolato di 28 vittorie su altrettanti incontri, di cui 24 per K.O.

Il match in realtà era già stato programmato lo scorso novembre, ma Ortiz fallì un test antidoping e non riuscì a dimostrare che, in realtà, la sostanza in questione era un farmaco assunto per la pressione sanguigna. Così Wilder affrontò per la seconda volta in carriera Bermane Stiverne, l'unico pugile che aveva chiuso 12 riprese in piedi con il campione statunitense, ma stavolta uno Stiverne ingrassato e palesamente fuori condizione non ha resistito nemmeno un round, finendo subito al tappeto. Fu solo un ripiego, ma sono proprio questi i combattimenti da evitare se si vuole restituire credibilità alla boxe.