Anche se in via preliminare, il decreto sulla riforma della riscossione è già stato approvato dal Consiglio dei Ministri. Nei prossimi giorni dovrebbe avere il via libera definitivo per poter essere in vigore a tutti gli effetti a partire dal 2016. Il mondo della riscossione e quindi delle cartelle esattoriali con cui milioni di cittadini devono, quotidianamente, fare i conti subirà una autentica rivoluzione. Ecco le novità più importanti indirizzate a creare una sorta di complicità tra contribuenti e fisco.

Cartelle esattoriali, ecco cosa cambia

Le novità riguardo alla notificazione degli attiriguarderanno sia le persone fisiche che le ditte individuali e società in genere. La notifica dell’atto, che fino ad oggi arrivava a casa attraverso i servizi postali convenzionali, dal 2016 diventerà telematica. La cartella sarà recapitata tramite Posta Elettronica Certificata a tutte le persone fisiche che ne faranno richiesta. Per le ditte, aziende e società invece, il ricevimento tramite PEC sarà obbligatorio. Nei casi in cui la casella di posta non funzionasse, per qualsiasi motivo, sono previste ripetizioni di invii a decorrere dal 15° giorno dal primo oppure il deposito dell’atto presso la Camera di Commercio in cui il soggetto è iscritto.

Anatocismo, aggi e spese delle cartelle

Fino al 31 dicembre 2015, a corredo delle imposte da pagare, degli interessi di mora e delle sanzioni, nella cartella esattoriale si pagherà ancora l’aggio dell’8%. Dopo le polemiche, i ricorsi e le sentenze emesse dai tribunali, l’aggio sarà considerevolmente ridotto dal 2016. Per pagamenti nei termini previsti, l’aggio sarà compreso dal 1% al 3%.

Aumenterà al 6% solo se decorrono i consueti 60 giorni di tempo concessi per il pagamento della cartella. Anche se diminuisce il compenso di riscossione, i detrattori dell’aggio ne contestano ancora la natura. Secondo molti infatti, l’aggio dovrebbe essere di importo fisso poiché le spese per la riscossione sopportate, per esempio da Equitalia, sono le medesime sia per cartelle di pochi euro che per quelle con più zeri.

Altra buona nuova è l’abolizione del cosiddetto anatocismo, cioè il calcolo degli interessi su altri interessi. Questi, per pagamenti oltre le scadenze concesse, saranno calcolati al netto degli interessi precedentemente caricati sulla cartella stessa e non come funziona oggi dove vengono calcolati sull’intero ammontare della cartella.

Rateizzazioni

La riscossione deve venire incontro ai contribuenti, solo così non sarà più vista come un nemico ostile al contribuente, questo è uno dei principi cardine della riforma, almeno per coloro che la stanno lanciando. Dall’anno prossimo sarà più semplice chiedere la rateizzazione delle cartelle esattoriali fino a 72 rate. Nessun particolare procedimento sarà necessario, nessuna certificazione o documentazione, il contribuente che grava in una condizione economica di particolare indigenza, potrà richiedere la rateizzazione anche di una singola cartella solo autocertificando il suo stato di difficoltà.

Tutto questo è possibile per somme a debito di importi inferiori a 50mila euro. Per cartelle di importo superiore, le rate potranno venire concesse solo dopo l’apertura di una pratica presso gli uffici dell’Ente di riscossione allegando la documentazione richiesta e necessaria.