“Da noi si scherza molto sul fatto che se il clima si riscaldasse di qualche grado, non sarebbe così male perché si risparmierebbe in cappotti”. Così ironizzava Vladimir Putin nel 2003. In quell’estate in Europa, si contarono 70mila morti. La Russia venne devasta da innumerevoli roghi. Nel 2010 la storia si ripeté, persino Mosca fu attaccata dal fuoco. Presumiamo che Putin abbia da allora smesso di fare dell’ironia a buon mercato.

Non passa giorno dunque che i media non ci riportino notizie di disastri causati da eventi atmosferici estremi. Non c’è angolo del “Pianeta azzurro” che non risulti investito da alluvioni, frane, tempeste, siccità, uragani.

Morti, danni economici, politici e psicologici sono le conseguenze.

Da sempre il clima ha avuto le sue manifestazioni da zona a zona, rientrando nelle normali variazioni climatiche. Oggi, al contrario, la “variabilità climatica” è così repentina, macroscopica ed estesa su scala planetaria da indurre a parlare di cambiamento climatico globale. Le previsioni per i prossimi decenni, secondo l’IPCC (International Panel on Climate Change), sono ancor più preoccupanti.

Fino ad un passato recente la variabilità climatica era in funzione dei mutamenti della radiazione solare, dell’orbita terrestre e delle eruzioni vulcaniche. A tutto ciò, si è accertato che l’attività umana dalla rivoluzione industriale ad oggi ha contribuito ad accentuare i fenomeni climatici.

E’ stato calcolato che negli ultimi 100 anni la temperatura terrestre è aumentata dello 0,7° C globalmente e le prospettive non sono affatto incoraggianti. Le conoscenze acquisite dai climatologi riferiscono di un innalzamento della temperatura compreso tra 1,4 e 5,8° C per la fine del XXI secolo. Per comprendere le cause del riscaldamento terrestre dobbiamo rifarci al comportamento della Terra rispetto alla sua stella di riferimento: il Sole.

L’energia solare (luce) attraversa l’atmosfera e viene poi riflessa dalla terra. Una parte del calore verrà subito restituita dalla superficie superiore delle nubi, una seconda trattenuta ed assorbita dai gas atmosferici (effetto serra natura), mentre una terza si disperderà nello spazio (40%).

Ora, l’effetto serra naturale è fondamentale per la nostra sopravvivenza sul pianeta.

Qualora non si verificasse il contenimento dell’energia, la temperatura si aggirerebbe tra i -15/-18° C, varrebbe quanto vivere in una giornata di sole in Siberia, cosa che non tutti certamente sopporterebbero. L’effetto serra naturale consiste, dunque, nel trattenere il calore solare di modo che la temperatura media del globo alla superficie resti intorno ai 15° C, permettendo uno stato di equilibrio necessario alla vita. Tale condizione di vita su altri pianeti, Marte o Venere, è impossibile proprio perché l’effetto serra o è minimo o è fortissimo: avremo per Marte una temperatura media di -50° e per Venere di 400° C.

Allorquando la composizione atmosferica si modifica con l’introduzione di elementi gassosi antropici (umani) si otterrà un effetto serra accelerato che produrrà uno squilibrio climatico ambientale.

Le preoccupazioni degli scienziati poggiano sull’osservazione dell’incremento delle concentrazioni dei principali gas serra (Anidride carbonica, Metano, Ossido nitroso) a partire dall’era industriale proprio a seguito dell’attività umana. Basta considerare alcune cifre: negli anni ’50 del novecento la CO2 superava appena 310 ppm (parti per milione), mentre nel 1990 era di 353 ppm e nel 2008 di 388 ppm. Come si nota, in poco più di 18 anni c’è stato un aumento di circa il 10% (Fonte: C. Villeneuve-F. Richard, 2008).

La tendenza è stata confermata dal rapporto dell’ IPCC. Infatti, le previsioni apparse sul rapporto del 2001 si sono verificate, dimostrando la coerenza dei modelli matematici. Siamo di fronte, dunque, ad una realtà accertata dai fatti: caldo, siccità, uragani, piogge alluvionali.

Effetti che nella storia dell’uomo non sono mai mancati, ma ciò che allarma sono l’incremento e le anomalie che con maggior frequenza si manifestano.

Ora, vivere i cambiamenti climatici comincia ad essere un concetto che investe l’umanità intera. Prestare maggior considerazione all’etica ambientale s’impone per salvaguardare il futuro delle nuove generazioni. Scienziati, politici e cittadini, ognuno è chiamato a fare la propria parte. Poiché se è oramai riconosciuto che il riscaldamento del clima è causato dall'uomo, occorre che questa relazione venga controllata e sostenuta dalle nuove tecnologie, dagli incentivi economici e legali, ma anche con azioni dei cittadini stessi che possono contribuire a correggerne l'intensità.