Molti siricorderanno delleOlimpiadi di Pechino 2008, dall'8al 28 agosto2008, non solo per la grandiosità delle cerimonie di apertura echiusura e per la perfetta organizzazione, ma anche per i problemirelativi allo smog che hanno afflittola città prima, durante e dopo i Giochi. Perabbassare a livelli accettabili l'inquinamento, il governo impose lachiusura temporanea delle industrie, la circolazione a targhe alternee altre limitazioni alla circolazione stradale. Ciò nonostante, acausa del caldo, dell'umidità asfissiante e della mancanza di vento,il livello di smog rimase da 2 a 3 voltesuperiore a quello consigliato dall'Organizzazione Mondiale dellaSanità.

Il che non impedì comunque agliatleti di esprimersi al meglio e di stabilire nuovi record mondialiin diverse discipline.

Successivamente, il governo haadottatoun certo numero di riforme mirate e ridurre l'inquinamentoatmosferico, quali l'introduzione della carbontax e l'abbassamento dei limiti oltre iquali chi inquina ètenuto a rispondere penalmente di danno ambientale.

E' di pochi giorni l'annunciodell'introduzione della misurapunitiva più estrema per fronteggiare un fenomeno che colpisce la vitaquotidiana deimilioni di persone soprattutto nelle grandi città metropolitane. Le mamme di Pechino lamentano che la qualità dell'aria siatalmente deteriorata che i loro figli non possono giocare all'apertoo recarsi in visita dagli amici.

Le scuole stanno cancellando leattività sportive e le gite in campagna per evitare l'esposizioneall'atmosfera esterna - e stanno installando filtri d'ariaall'interno degli edifici per aiutare gli alunni a respirare un po'più facilmente.

Non è una sorpresa che partedei genitori cinesi non ne possano più diquesta situazione e che minaccino di trasferirsi all'estero se non cisaranno cambiamenti.Molti lavoratori stranieri stanno giàlasciando il paese oppure rifiutanoposizioni ben pagate che però richiedono di vivere in aree moltoinquinate, anche quando vengono offerti aumenti generosi.

Ad oggi non è ben chiaro se laCina avrà la volontà, o la capacità, diportare avanti le riforme promesse dal suogoverno. E' anche più che probabile che tutto questo parlare dicomminare la pena di morte sia esclusivamente a titolo dimostrativo,per rassicurare quei cittadini preoccupati che stanno pensando dilasciare il paese.

La pena capitale non è unacosa insolita in Cina, un paese che manda a morte ogni anno il piùalto numero di persone al mondo – forse fino a 5.000 all'anno (ilnumero ufficiale è un segreto di stato ben conservato). Mentre lamaggior parte delle esecuzioni riguardano crimini violenti, ancheun certo numero di reati economici, politici e la droga comportano lapena di morte. E come si può facilmente immaginare, i gruppi per idiritti umani come Amnesty International sono estremamente criticisull'uso esteso della pena di morte in Cina.

In ogni modo, la Cina non è ilsolo paese che ha preso in considerazione la pena capitale per chiinquina. I politici della Malesia hanno proposto una legge analoganel 2006 per affrontare i casi di inquinamento dell'acqua.

I critici sono stati però pronti a rilevare che è una misura impossibileda mettere in pratica – se una grande società inquina ilsistema idrico, chi deve essere punito? Ilpresidente della società? L'intero consiglio d'amministrazione? Équindi probabile che lo stessotipo di considerazioni sianoun impedimento all'introduzione di una qualsiasi forma di punizionecapitale contro chi inquina in Cina.

Anche perché una misura cosìdrastica dovrebbe colpire in primo luogo le grandi societàindustriali di stato responsabili in larga parte dell'inquinamento.Solo che l'azionistadi riferimento dellesocietà inquinatriciè lo stesso governo Cinese, che si trova in una imbarazzante posizione di flagranteconflitto di interessi.

Da una parte, per assicurare unacrescita minima del 7% all'anno - livello che gli esperti stimano necessario per dare al paese uno sviluppo armonico senza contraccolpi sociali - il governo deve supportareun'industria di base arretrata edinquinante; dall'altra deve porre un freno alle emissioni libere inatmosfera, sia per migliorare la qualità divita dei suoi cittadini che per evitare che vengano applicati dazi compensativi alle importazioni - come già fatto dagli Stati Uniti e ora dall'Europa - ai beni di consumo o strumentali made in China prodotti abasso costo, o addirittura sottocosto, da un'industria che non applica né misure dicontenimento ambientale né di protezione sociale.