Rewilding Europe (letteralmente "rinselvatichire l'Europa) è un progetto internazionale di conservazione e tutela naturalistica, nato nel 2011, la cui missione è sintetizzata dal motto "making Europe a Wilder place", cioè rendere l'Europa un posto più selvaggio. In particolare, il progetto intende trasformare ampie zone del continente, incolte, abbandonate e spopolate, in aree protette in cui ricostruire l'Ambiente naturale originario del Vecchio Continente, favorendo il reinserimento di specie vegetali e animali un tempo presenti o introducendo nuove specie simili a quelle originarie, ormai estinte.

Il progetto di Rewilding Europe è al centro del dibattito sulla conservazione e la Tutela ambientale europea e ha suscitato molto interesse nella comunità scientifica. L'iniziativa si è inoltre guadagnata l'appoggio di diverse associazioni naturalistiche e partner, come WWF, ARK Nature, Wild Wonders of Europe, Conservation Capital.

A fornire l'idea iniziale al progetto fu il successo dell'esperimento della riserva naturale di Oostvaardersplassen, nei Paesi Bassi. Qui, nei terreni pianeggianti e acquitrinosi olandesi, un gruppo di biologi ha cercato di ridare vita al paesaggio dell'Europa del Paleolitico o, comunque, qualcosa di molto simile, introducendo diverse specie di animali, fondamentali per i rapporti all'interno dell'habitat, come il bovino di Heck (simile all'uro, un bovino selvatico oggi estinto), il cervo rosso, il cavallo selvatico polacco.

Fino a oggi, l'iniziativa di Rewilding Europe ha coinvolto cinque aree naturali europee: la Spagna occidentale, Delta del Danubio, Carpazi orientali, Carpazi meridionali e la catena montuosa del Velebit in Croazia.

Rewilding Europe si pone come obiettivo, entro il 2020, di restituire alla natura selvaggia un milione di ettari di terra, distribuiti in ben dieci aree protette, collegate da appositi corridoi a preesistenti riserve e parchi naturali, e incrementare di conseguenza il turismo ecologico.

Il progetto è stato accolto con molto favore, anche se non sono mancati alcuni dubbi, sia sulle ingenti risorse economiche necessarie per raggiungere lo scopo, sia sull'opportunità dell'intervento umano, e quindi artificiale, nei processi naturali.