Il numero dei cicloni chedevastano il mondo è destinato a diminuire, ma la loro violenza a crescere. E' iltriste esito di un rapporto dell'Onu, più che mai di attualità in questi giornicaratterizzati da morti e distruzioni in Sardegna, America e Filippine.

Ilresponsabile principale di tutto ciò è il riscaldamento globale, di cuidiscutono in queste ore fior di specialisti. Nel mirino, tifoni e straripamentidi corsi d'acqua, con i primi che fanno capolino con sempre maggiore violenza aportare morte e distruzione. Basti pensare che nelle Filippine, il tifone si ècaratterizzato per la sua forza tremenda (quinto grado della scala Saffir-Simpson)e per aver distrutto lungo la sua scia interi agglomerati urbani, contando (perdifetto) circa diecimila morti.

E come accade per ogni tragedia, esplodonopolemiche sui soccorsi, mentre i dispersi ed i morti aumentano e l'uomo si scopreimpotente dinanzi alla furia della natura. In Sardegna ha fatto capolinoCleopatra, mettendo in ginocchio un'intera regione, e mettendo nuovamente ildito nella piaga della cattiva comunicazione tra quegli Enti preposti apreallertare la popolazione. Che sia Sarno o le Cinque Terre, che accada nelleFilippine o ad Olbia, occorre pensare a nuove e più efficaci ed efficientiforme di intervento, per scongiurare l'allarme dell'Onu, e non ritrovarsi ognivolta a piangere morti e dispersi anche per il cattivo funzionato di queiconsorzi che dovrebbero bonificare il territorio ed invece da più parti vengonoaccusati di non eseguire i lavori (o di eseguirli male).