Cosa sta succedendo all'Italia geofisica, bersagliata in questi ultimi giorni da continui sussulti? Se pensiamo che l'anno che si sta concludendo ha registrato ben 6080 sismi di magnitudo superiore al 1.6 grado della scala Richter (media di 16 al giorno), c'è veramente poco da stare allegri.

I timori e le paure di questi ultimi giorni, soprattutto per le scosse che hanno allarmato le popolazioni di Campania e Molise, potrebbero continuare anche nel 2014: secondo gli esperti, infatti, questa intensa attività non terminerà in tempi brevi.

Sono soprattutto tre situazioni che preoccupano gli scienziati dell'Ingv (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia): lo sciame sismico registrato nei giorni scorsi nei dintorni di Gubbio (picco massimo magnitudo 4 lo scorso 18 Dicembre); le numerose scosse che continuano a registrarsi nei monti del Matese che hanno generato tanta paura domenica scorsa a Napoli; ed infine, una terza attività da monitorare presente nella zona di Messina.

E il 2014 cosa ci riserverà? Una cosa sembra ormai certa: il Terremoto devastante dell'Aquila di quel 6 aprile 2009 è stato il segnale iniziale di una spaccatura ormai evidente che si sta sempre più allargando nell'Appennino italiano. Sono stati ben ventisette i terremoti oltre il quarto grado registrati in Italia negli ultimi dodici mesi: Gubbio, Ancona, Fivizzano, Messina, Sora fino ad Ispica, in Sicilia, non dimenticandoci, purtroppo, dell'Emilia.

Le previsioni per il 2014, pertanto, sono tutt'altro che rassicuranti: il guaio maggiore, però, è costituito dal fatto che la stragrande maggioranza delle abitazioni non presentano sicurezze antisismiche come in altri Paesi del Mondo, abituati a convivere alla terra che trema (vedi Giappone o California). Auguriamoci di non trovarci di fronte, prossimamente, a devastanti bollettini di morte.