Notevole svolta negli studi sulla produzione di energia nucleare. Infatti, all'interno dei dipartimenti del centro californiano ''Livermore National Laboratory'', importante struttura di ricerca statunitense, un team di studiosi ha ricavato più energia da una fusione atomica rispetto a quella bruciata per provocarla, generando una piccola stella artificiale. L'esito dell'esperimento è apparso sulle pagine della celebre rivista scientifica ''Nature''.

Ricordiamo che la fusione nucleare è il processo che alimenta il Sole, essa plasma i nuclei degli atomi per creare energia invece di scinderli, cosa che accade nel caso della fissione nucleare, principio su cui si basa la bomba atomica.

Il sogno di ottenere energia ''green'' tramite la fusione è seguito dalla scienza da decenni, ma adesso l'obiettivo pare essere più vicino e realistico.

Nel corso dell'esperimento, sono stati sparati quasi duecento raggi-laser su una piccola sfera, rilasciando una reazione di fusione che ha causato una gran quantità di energia per pochi millesimi di secondo. Seppur in versione minimale, in tal maniera sono state riprodotte condizioni analoghe a ciò che accade continuamente alle stelle. Omar Hurricane, coordinatore a capo della ricerca, ha dichiarato:

"Da quando si usa questa tecnica, per la prima volta in assoluto abbiamo ottenuto più energia dalla combustione rispetto a quanto è stato impiegato per la combustione''.

La resa dell'esperimento è stata dieci volte maggiore di ciò che si era visto precedentemente. Tuttavia, stando a ciò che filtra dal team di scienziati, tra le cui fila spicca l'italiano Riccardo Tommasini, l'esito è ancora di modeste dimensioni. La ricerca è infatti lontana dal raggiungimento del passaggio che viene definito "accensione", ovvero fase in cui si genera più energia di quanta se ne consumi nel contesto dell'esperimento. Però l'esperimento ha la sua importanza dopo anni di risultati deludenti, facendoci sperare in una fonte di energia nucleare prodotta dalla fusione a bassissimo costo e praticamente illimitata.