Negli ultimi 15 anni le temperature del globo terrestre sono  rimaste costanti. Questo fenomeno non ha una spiegazione scientifica anche se alcuni studiosi riferiscono che potrebbe trattarsi di una "pausa" nel riscaldamento globale  che (si pensa) possa durare altri  20 anni.


La notizia è fuorviante in quanto i ghiacci dell'Oceano Artico stanno avanzando. Il riscaldamento quindi continua inesorabile rimanendo un problema da affrontare in modo urgente. Il rallentamento dovuto alla "pausa" non significa che la temperatura media della superficie terrestre non stia aumentando, anzi. Vuol dire solo che non sta aumentando così velocemente come nel passato. 
Ci si chiede cosa lascia prevedere questo breve rallentamento per il futuro aumento della temperatura. La falsa "pausa" potrebbe garantire forse al nostro pianeta qualche anno in più per poter limitare le emissioni di gas serra ed evitare il crollo ma si tratterebbe solo di pochi anni. Dai dati raccolti da chi studia il fenomeno è emerso che il nostro pianeta attraverserà la soglia della rovina ambientale nel 2036.

Per prevenire il disastro dovremmo limitare il riscaldamento globale in modo permanente al di sotto dei 2 gradi mantenendo le concentrazioni di anidride carbonica inferiore al doppio rispetto ai livelli preindustriali. Per esempio se il mondo bruciasse meno carbone e limitasse gli aerosol atmosferici che bloccano i raggi solari, diminuirebbero le emissioni di CO2.

L'idea che i 2 gradi di riscaldamento siano un limite massimo è comunque soggettiva e si riferisce a quando la maggior parte della  Terra si troverà esposta  a cambiamenti climatici irreversibili.

In alcune regioni del mondo sono in atto già dei cambiamenti sconvolgenti: nell'Artico lo scioglimento dei ghiacci sta devastando popolazioni ed ecosistemi e nelle nazioni insulari molte terre stanno scomparendo a causa dell'innalzamento del livello degli oceani e l'erosione delle coste. Per queste regioni il riscaldamento attuale ha già rappresentato un cambiamento climatico negativo.

Le previsioni non sono quindi ottimistiche: se la notizia avrà fondamento si prevede nel 2036 la sparizione di intere nazioni. In Europa ad esempio sparirebbero Londra, Venezia, i Paesi Bassi e parte della Danimarca.