Un'interessante inchiesta sul cambiamento climatico e i suoi effetti è stata realizzata, qualche settimana fa, dal sito Climate Central, e tradotta in un'altrettanto interessante infografica dal sito del New York Times; quaesta inchiesta stabilisce quanti abitanti di ogni paese bagnato dal mare è a rischio alluvioni, e quale percentuale della popolazione totale questo numero rappresenta; ovviamente è coinvolta anche l'Italia, con dei numeri meno allarmanti rispetto a quelli di altri paesi, ma che devono comunque far riflettere.

Nel caso le emissioni di anidride carbonica continuassero a seguire il trend degli ultimi anni, e i loro effetti sull'innalzamento dei mari rimanessero invariati rispetto a quanto si conosce oggi, il numero di italiani soggetti a rischio di frequenti alluvioni sarebbe di 841.700, pari all'1% della popolazione; un dato basso rispetto a quello di altri paesi europei, primi fra tutti quelli affacciati sull'Oceano Atlantico; si pensi che l'Olanda è il paese con la più alta percentuale di abitanti esposta al rischio di tutto il pianeta, col 47%, pari a 7.800.000 abitanti; altri paesi europei con un rischio elevato sono il Regno Unito, con 2.600.000 persone a rischio, pari al 4% del totale degli abitanti, il Belgio, dove rischia il 6% delle persone, pari a 618.800, e la Danimarca, col 4 % degli abitanti pari a 232.000; brutta situazione anche in Francia e Germania, dove, sebbene in percentuale rischi una piccola parte della popolazione, in termini assoluti siamo comunque sopra il milione di abitanti.

Sono i paesi asiatici quelli che, secondo questa inchiesta, subiranno le maggiori conseguenze dal cambiamento climatico: i primi sette posti di questa particolare classifica, in termini assoluti, sono occupati da nazioni dell'Asia; è la Cina a "vincere" in questa particolare classifica, con oltre 50 milioni di persone a rischio, seguita dal Vietnam con oltre 23 milioni, e il Giappone, con più di 12 milioni, stesso numero dell'India che occupa il quarto posto; a seguire Bangladesh, Indonesia e Thailandia; in termini percentuali, il Vietnam vede a rischio il 26% della popolazione totale, contro il 12% della Thailandia e il 10% del Giappone.

Meno critica la situazione negli altri continenti: a rischiare di più, in termini assoluti, sono gli abitanti di Stati Uniti e Brasile, rispettivamente 3.100.00 e 1.700.00; situazione relativamente tranquilla per l'Australia, dove, nonostante la posizione geografica, a rischiare è una minima percentuale della popolazione, mentre in Africa, la nazione col maggior numero di abitanti a rischio è la Nigeria e quella con la percentuale di popolazione coinvolta più alta il Mozambico; si tratta comunque di numeri sensibilmente minori rispetto a quelli esposti in precedenza.

L'inchiesta di Climate Central prende anche in considerazione le ipotesi che le emissioni di anidride carbonica diminuiscano rispetto agli standard attuali e che queste abbiano, rispetto a ora, un maggiore o minore effetto sull'innalzamento delle acque; prendendo in considerazione la situazione dell'Italia, se le emissioni di CO2 si riducessero, il numero di abitanti a rischio scenderebbe a 795.000; numeri a parte, quel che è certo è che il cambiamento climatico è un tema da prendere seriamente in considerazione per il benessere futuro e, probabilmente, visti gli eventi degli ultimi giorni proprio in Italia, anche per quello presente.