Il problema dell'inquinamento marino torna prepotentemente d'attualità in un periodo come questo, nel quale turisti di tutto il mondo si riversano nelle spiagge più affollate per le vacanze, spesso dimenticando che il mare, come tutte le terre che ci circondano, è la nostra casa. Migliaia di specie marine che vivono negli oceani e che quotidianamente serviamo sulla nostra tavola ingeriscono pezzi di plastica e rifiuti di ogni tipo, contaminando anche noi esseri umani e facendo innalzare l'allerta di cancro in modo inequivocabile. Si tratta di un problema, insomma, che non riguarda solo la fauna e la flora del nostro pianeta, ma che ci vede protagonisti da vicino: basti pensare che attualmente galleggiano sulle acque degli oceani ben 5,25 trilioni di pezzi di plastica, una cifra inimagginabile se consideriamo che negli Stati Uniti un trilione equivale circa a 1000 miliardi.

In tal proposito è stato un ragazzo di vent'anni a trovare la soluzione al problema, quel Boyan Slat capace di progettare un macchinario in grado di ripulire buona parte dei nostri mari senza danneggiare l'ecosistema.

Come funziona la The Ocean Cleanup

Partiamo dal presupposto che Slat presentò la sua invenzione al pianeta tre anni fa, nel corso dei quali ha avuto l'opportunità di ricevere ingenti somme di denaro tramite il crowdfunding, una sorta di finanziamento collettivo da parte di scienziati e potenti del mondo per fargli realizzare il suo sogno. Oggi il ragazzino prodigio ha creato la sua azienda, la The Ocean Cleanup, che gli permetterà di installare negli oceani grandi barriere in grado di filtrare l'immondizia e raccoglierla all'interno di grandi contenitori che hanno come scopo ultimo quello di creare energia rinnovabile per il pianeta.

Un progetto straordinario, insomma, che ci fa capire come si possa fare qualcosa, nel nostro piccolo, semplicemente unendo le forze e pensando al futuro nostro e di quello dei nostri figli, oltre che dei nostri amici animali.

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