Quest'anno a quasi tutti gli italiani sembrerà di aver passato un Natale a Miami, o quasi! Il clima dell'ultimo periodo è davvero qualcosa di straordinario se comparato agli standard precedenti: l'assenza di piogge e il caldo hanno completamente sfasato i cicli della natura e degli animali. Adesso per Capodanno e per l'Epifania si aspettano decorazioni di zanzare e mimose fiorite. In diverse parti del Paese, infatti, questi fiori sono già sbocciati con un anticipo di due mesi e mezzo.

Per la Coldiretti è allarme clima

La Coldiretti, ovvero la Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, è seriamente preoccupata per quanto riguarda l'agricoltura italiana.

Moltissimi raccolti presentano già il tipico rigonfiamento delle gemme nel periodo della prefioritura, ma lo sbalzo climatico non ha ridotto le infestazioni degli insetti patogeni. Senza l'arrivo del freddo continuano i danni estivi e l'altezza del grano nelle campagne è decisamente più alta del normale. Con uno sfasamento del genere i rischi che corrono gli agricoltori sono estremamente pericolosi: se le temperature dovessero abbassarsi adesso, moltissimi campi andrebbero perduti e i prodotti risulterebbero praticamente invendibili. Già nel 2003, nel 2007 e nel 2012 si erano verificati risvolti inaspettati, ma questi erano del tutto consoni alla stagione corrente. Le alluvioni in inverno e la siccità in estate avevano causato una perdita pari a 14 miliardi di euro nell'arco degli ultimi dieci anni.

Le anomalie dell'ultimo mese, quindi, sono davvero uniche nel loro genere. Primule, viole e mimose già fioriscono nei prati e gli insetti, specialmente le zanzare, hanno dato via a un numero di generazioni superiori alla norma. Questo dicembre, infatti, è stato decisamente più caldo rispetto agli anni passati, le precipitazioni sono diminuite del 95 per cento e le massime raggiunte superiori di due gradi e mezzo rispetto a quelle registrate anni fa. Anche novembre è stato piuttosto caldo: in quel periodo si era notato un netto dimezzamento delle piogge, che in alcune regioni del Nord erano scese addirittura dell'80 per cento.