Fin da quando siamo piccoli abbiamo imparato ad avere timore del lupo attraverso le tante favole che lo "dipingevano" come un animale feroce e crudele che mangiava uomini e animali, senza alcuna remora. Tanti falsi stereotipi lo hanno sempre accompagnato senza rendergli giustizia: il lupo in realtà è un animale dotato di viva intelligenza e curiosità, con un grande spirito di amicizia amando vivere in branco ed è il simbolo della forza e della lealtà. Molte sono le mitologie legate al lupo tra le varie civiltà in cui vengono riconosciute appunto queste sue qualità (come non ricordare Romolo e Remo che furono allattati dalla lupa?).

Il lupo è un animale incompreso nella nostra società, tanto da poter affermare che non è un paese per lui, sempre più vittima di bracconaggio e di morte accidentale. Ma almeno fino ad ora era tutelato nel senso che dal 1971 era vietata la caccia al lupo, divieto che ora sembra traballare purtroppo.

Caccia al lupo: cosa prevede il piano

La proposta del "piano di conservazione e gestione del lupo in Italia" elaborato dal Ministero dell'Ambiente in collaborazione con Ispra e circa 70 esperti, nasce per cercare di monitorare la situazione dei lupi nel nostro paese, verificare sugli incroci tra cani e lupi e soprattutto come forma di tutela degli allevatori e dei loro pascoli. Per tale ragione e cercare di limitare le incursioni dei lupi in cerca di cibo, il piano prevede "l'abbattimento controllato" di un certo numero di esemplari (5% annui cioè 60 lupi all'anno) attraverso la riapertura della caccia al lupo appunto.

Il Ministro dell'Ambiente Galletti giustifica tali misure utili per evitare che gli allevatori decidano di farsi giustizia da soli, dando via libera al bracconaggio, senza che però venga messa a rischio la specie.

Caccia al lupo: la protesta delle associazioni animaliste

Dura e strennua è stata la protesta delle associazioni animaliste in risposta a tale proposta: digiuni, manifestazioni e post sui social network con la collaborazione di alcune regioni che si sono opposte alla riapertura della caccia al lupo, fin da subito.

Il WWF in particolare ritiene che questo piano sia dannoso ed inutile, oltre che inefficace perché non risolve il problema: il lupo ci rimette la pelle e gli allevatori finirebbero per continuare a farsi giustizia da soli, senza riuscire a coordinare la convivenza tra uomo e lupo.

Le misure da adottare dovrebbero secondo il WWF, rivolgersi all'adozione di misure preventive attraverso recinzioni elettrificate o con l'uso di cani da caccia, unite ad una maggiore informazione.

Sono i "lupi solitari" che colpiscono il bestiame, ma così si finirebbe per colpire anche quelli che vivono in branco.

Caccia al lupo: rinviato il piano

Il pressing esercitato dalle associazioni animaliste insieme ad alcune regioni ha avuto i suoi frutti: la Conferenza Stato-Regione riunitasi ieri, 2 febbraio, ha stabilito di rinviare al prossimo 23 febbraio la decisione sul Piano. Il presidente della Conferenza, Stefano Bonaccini, aveva avanzato la richiesta al Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti di rinvio perché ritiene che vi siano misure non convincenti nel piano e per poter approfondire ulteriormente la questione. Il Ministro ha accettato senza problemi, sperando di ritrovare il giusto equilibrio nel dibattito. Il lupo per ora è salvo.