Ieri, 8 giugno, si è celebrato il World Oceans Day (Giornata Mondiale degli Oceani). Quale occasione migliore per la casa di moda guidata da Stella McCartney per annunciare una partnership a lungo termine con l'associazione Parley for the Oceans (già partner di Adidas in un progetto simile), che si occupa di diffondere consapevolezza su scala mondiale sui danni che noi uomini e le nostre industrie stiamo causando agli oceani?

Realizzare una nuova fibra tessile con materiali di recupero

Lo scopo di questa partnership è riuscire a sviluppare una fibra tessile da materiali recuperati dagli oceani, quali reti da pesca, bottiglie di plastica e rifiuti di vario genere.

L'idea della stilista è di "prendere qualcosa di distruttivo e trasformarlo in qualcosa di sexy and cool": questa ritiene sia la nuova frontiera del lusso. Non più, quindi, la pelle che andava di moda un tempo, ora salvaguardia dell'Ambiente e riciclo sono ciò che rende prezioso un capo: poter vivere più a lungo su questo pianeta, per noi e per i nostri figli, è da considerarsi già di per sé un lusso. La figlia del Beatle Paul McCartney rincara poi la dose aggiungendo che il prodotto sarà talmente di qualità da far sì che il cliente finale non possa quasi nemmeno accorgersi della differenza con i tessuti utilizzati finora.

"Nessun aumento dei prezzi", dichiara la casa di moda

La casa di moda è ben consapevole dell'aumento dei costi interni che questo nuovo progetto comporterà in termini di lavorazione e tassazione, ma promette che il consumatore finale non ne verrà toccato.

Un eventuale aumento dei prezzi rischierebbe infatti di catapultare il prodotto al di fuori della fascia di mercato in cui viene attualmente venduto, con il conseguente rischio di un cambio di immagine e possibile perdita di clientela.

Milioni di tonnellate di rifiuti gettate ogni anno negli oceani

Studiosi e biologi marini hanno calcolato che, in base alla produzione di rifiuti annua mondiale, si riversa negli oceani una quantità di scarti variabile tra i 5 e i 12 milioni di tonnellate l'anno. Parley for the Oceans è un'associazione che raccoglie svariate figure professionali - scienziati, giornalisti, architetti, attori, musicisti, registi e molte altre - al fine di rendere il mondo consapevole dei danni che i nostri oceani rischiano di subire a causa delle industrie non eco-friendly.

"Se gli oceani muoiono, muoriamo anche noi"

Il motto dell'associazione è "if the Oceans die, we die": se muoiono gli oceani, moriamo noi. Parole dure del capitano Paul Watson, attivista e ambientalista canadese che si annovera tra i soci fondatori di Greenpeace e che è attualmente a capo della Sea Shepherd Conservation Society.

Quest'ultima, fondata nel 1977, è composta da quelli che si autodefiniscono eco-pirati e si propone di battere i mari a salvaguardia della fauna marina. Sono molte altre le associazioni che si potrebbero elencare in questo ambito, per ora i riflettori sono però puntati su Parley for the Oceans con grande trepidazione, in attesa della prossima collezione di Stella McCartney.