Dal 1 gennaio 2018 saranno aboliti i sacchetti in plastica usati fino ad oggi nel reparto ortofrutta dei supermercati, reparto pesce e banco pane e salumi. I nuovi sacchetti dovranno essere biodegradabili, come quelli per la piccola spesa di cui sono dotate le casse di tutti i supermercati. Lo ha stabilito l’articolo 9-bis di un decreto diventato legge lo scorso agosto e che stabilisce che dal primo giorno del prossimo anno potranno essere utilizzate solo buste biodegradabili e compostabili, ovvero quelle con un contenuto di materia prima rinnovabile di almeno il 40%.
Le caratteristiche di biodegradabilità, cioè la capacità di decomporsi in sostanze meno inquinanti e di compostabilità, ovvero la dote di trasformarsi in compost contibuiranno a raggiungere l'obiettivo mondiale della riduzione delle plastiche inquinanti. Ottima e lodevole iniziativa, ma forse a pagarne le spese saranno ancora una volta i consumatori.
I nuovi sacchetti saranno a pagamento
La notizia che i nuovi sacchetti dei supermercati potranno avere un costo, dal momento che si è scelto di non distribuirli gratuitamente, ha provocato malumore tra i consumatori . Il decreto sembra l'ennesima tassa che è destinata a gravare sul singolo e già da ora si propongono varie alternative per risparmiare.
Purtroppo non potremmo portarci le buste da casa, perché i supermercati si sono opposti a questa alternativa, adducendo come pretesto il fatto che alcuni sacchetti "personali" non siano trasparenti e possano nascondere la natura del prodotto o il numero dei pezzi. Sarebbe quindi difficoltoso per loro controllare alla cassa il contenuto.
Lo stesso problema si evidenzia con l'uso dei sacchetti di carta, che sono già usati da decenni da negozi di frutta e verdura e dai panifici.
Potremmo tornare ad usare le vecchie "borse a rete", riutilizzabili e trasparenti, che anni fa sono state abbandonate a favore delle buste di plastica. I supermercati stanno trovando mille scuse per opporsi ai sacchetti portati da casa, tirando in ballo l'igiene o la taratura delle bilance, quando portare una borsa di tela o carta con sé potrebbe essere un ottimo rimedio allo spreco e al costo aggiunto.
Un'alternativa proposta è quella di pesare e prezzare ogni singolo pezzo per poi inserirlo con il resto in una singola busta. Certo è che si allungherebbero i tempi di attesa alle casse e non possiamo fidarci neanche dei materiali che compongono le etichette adesive con il prezzo. Inoltre non tutti i supermercati si sono dichiarati favorevoli a quest'idea: tra gli altri Esselunga ha detto no, mentre Conad ha accettato il suggerimento.
Etichette non biodegradabili
Un problema rimane a monte delle discussioni sull'inserimento di buste esterne o su quale tipo di materiale usare: l'etichetta adesiva. Non è infatti biodegradabile, né compostabile, ed inoltre la stampigliatura del prezzo viene eseguita con inchiostro che contiene sostanze non proprio affini agli alimenti. Buttare nell'umido un sacchetto biodegradabile con annesso il talloncino del prezzo rende tutto inutile, quindi speriamo che per il 1 gennaio abbiano trovato una soluzione anche per questo ostacolo.