Una sinergia tra l'Università di Pisa e l'Ise-Cnr di Firenze, rappresentati rispettivamente da Giuseppe Montesanto e Stefano Taiti, ha portato alla scoperta di sette nuove specie animali in terra toscana. Cinque di queste specie sono state rilevate nelle province di Pisa e Livorno, il che ha indotto gli studiosi ad attribuire come epiteto specifico "pisanus" o "labronicus" ad alcune di esse. I risultati di questa ricerca, durata alcuni anni, sono stati pubblicati sulla rivista "Zoosystema", edita dal Museo di Storia Naturale di Parigi. Tutte e sette le specie appartengono agli isopodi terrestri, categoria di cui fa parte anche il comune porcellino di terra.

Caratteristiche delle specie

Tutte e sette le specie ritrovate sono depigmentate, ovvero non possiedono pigmenti come la melanina: questa caratteristica è tipica degli organismi che vivono sotto terra. Un'altra prova del loro stile di vita sotterraneo è data dal fatto che questi organismi sono privi di occhi, poiché nel sottosuolo la luce non penetra e la vista non è importante: probabilmente questo li ha portati a sviluppare altre modalità di orientamento sensoriali. Gli habitat che preferiscono sono le cavità proprie del sottosuolo, ad esempio le grotte o gli anfratti che si trovano nella roccia madre: ciò rende molto difficile il loro avvistamento. La lunghezza di queste specie è di pochi millimetri e sono tutte imparentate tra loro, poiché appartengono a due sole famiglie: Trichoniscidae e Armadillidiidae.

Il quadro generale della ricerca

I ricercatori che hanno condotto il progetto hanno spiegato che era dal 1995 che non venivano censite nuove specie di isopodi terrestri in Toscana, rendendo la scoperta un evento molto importante. Gli studiosi hanno inoltre sottolineato che la percentuale delle specie animali sinora conosciute ed identificate è pari al 10% di quelle che potrebbero essere presenti al mondo, molte delle quali appartengono agli invertebrati.

Come visto in questo caso, infatti, molti organismi vivono nel sottosuolo, quindi il loro ritrovamento risulta particolarmente difficile. Queste scoperte, ad ogni modo, contribuiscono significativamente ad arricchire i numeri della già variegata fauna italiana, come evidenziato dagli autori della ricerca. In particolar modo, queste sette specie vanno ad aggiungersi agli endemismi italiani, ovvero a quella categoria di specie presente unicamente in una determinata area geografica della penisola, una condizione che spesso porta a tutele particolari per quanto riguarda la conservazione.