Finalmente, dopo tanta attesa, è stata scoperta la prima deposizione dell'anno della tartaruga marina Caretta caretta sulla spiaggia calabrese di Galati, un piccolo paese distante circa 60 km dalla città metropolitana di Reggio Calabria. Ogni anno, infatti, durante la stagione estiva, le spiagge calabresi vengono occupate dalla nidificazione di diverse tartarughe marine, fenomeno grazie al quale alla Calabria è stato riconosciuto il primato per quanto riguarda le nascite di questi animali. Come tutti i rettili, le tartarughe marine Caretta caretta hanno sangue freddo, ragion per cui tendono a preferire le acque temperate; nel periodo estivo, maschi e femmine si ritrovano nelle zone di riproduzione, in quanto possiedono una straordinaria capacità di risalire alla spiaggia di origine, dopo migrazioni in cui arrivano a percorrere anche migliaia di chilometri.
La presenza di Caretta caretta sulla spiaggia del paesino calabrese è stata scoperta dai membri dell'associazione "Caretta Calabria Conservation" nel corso di un loro sopralluogo, i quali, dopo averla individuata, hanno immediatamente recintato l'area di nidificazione. Purtroppo, le Caretta caretta sono minacciate non poco in tutte le acque del Mediterraneo e sono ormai al limite dell'estinzione nelle acque territoriali italiane.
Il CRTM a Brancaleone e l'enorme tartaruga "Nazzareno" salvata nello Stretto di Messina
Proprio a Brancaleone, comune distante pochi chilometri da Galati, è stato aperto da qualche anno presso i locali della stazione ferroviaria, un CRTM (centro di recupero per tartarughe marine), una sorta di centro ospedaliero avente il compito di trarre in salvo e curare le tartarughe marine rinvenute su tutto il territorio calabrese e lo Stretto di Messina.
Tale struttura è retta dall'associazione Blue Conservancy Onlus ed essendo aperta tutto l'anno, ospita visitatori, turisti, gite scolastiche e tiene progetti per gli allievi di diversi istituti scolastici.
È nella tarda serata del 18 giugno scorso che tale centro è intervenuto per salvare un esemplare maschio di tartaruga marina dalle enormi dimensioni trovato alla deriva nelle acque dello Stretto di Messina, precisamente in zona Punta Faro, dalla Capitaneria di Porto.
L'animale non riusciva più a nuotare a causa del materiale plastico che aveva ingerito. L'enorme tartaruga, ora sottoposta a continue osservazioni e monitoraggi da parte di personale specializzato presso il CRTM di Brancaleone, non solo risulta ferita sul carapace, ma ha anche notevoli difficoltà nell'immersione. Alla tartaruga gigante è stato attribuito il nome "Nazzareno" in onore al comandante della Capitaneria di Porto di Messina, Nazzareno Laganà, il quale, con l'ausilio della sua squadra, si adopera egregiamente per la salvaguardia del mare e di questi esemplari che lo abitano.
L'estate è appena iniziata, gli operatori del centro sono più che mai attivi e, soprattutto, attenti alla cura ed alla tutela di queste specie marine. Se da un lato si spera che episodi del genere possano sensibilizzare l'animo umano, dall'altro si auspica che questi esemplari, con il loro fascino, arricchiscano una terra che ha bisogno più che mai di essere valorizzata, sia economicamente che culturalmente.