Ecofuturo, il festival delle tecnologie sostenibili applicate all'Ambiente, a Padova dal 18 al 22 luglio 2018, nella mattinata di sabato 21 si è occupato dell'utilizzo di energia a minor intensità carbonica e di teleriscaldamento e teleraffreddamento attraverso l'utilizzo delle fonti geotermiche. La geotermia in Italia è paradossalmente una cenerentola nonostante l'abbondanza dei serbatoi naturali, dai vulcani ai bacini geotermali, ed il recupero di queste fonti energetiche permetterebbe una drastica riduzione delle emissioni nell'aria di anidride carbonica e delle polveri sottili.

Alcuni dati sono stati esposti da Alessandro Murratzu, geologo di Idrogeo, che ha annunciato in anteprima la proposta presentata alla Regione Veneto fondata sulla larga presenza di bacini geotermici nella Pianura Padana (la più colpita dall'inquinamento da polveri sottili) in particolare nell'area veneta compresa fra il Lago di Garda e l'Adriatico.

Nel sottosuolo di Padova, ma la ricerca potrebbe essere estesa anche a Rovigo e a Treviso, le fonti geotermali si trovano ad una profondità di poche migliaia di metri con una temperatura di 90 gradi. Vicenza e Ferrara hanno già adottato il sistema del riscaldamento geotermico, ma anche Brescia, Milano e Bergamo. Virtuoso è l'esempio di Cesena, città campione, che ha ridotto notevolmente l'inquinamento atmosferico grazie alla geotermia.

I pozzi dell'Eni cercavano il petrolio ma hanno trovato i bacini geotermici

Nella Pianura Padana Eni aveva costruito 5000 pozzi con investimenti ultramilionari alla ricerca del petrolio. Invece sono state scoperte le grandi fonti idrotermiche che oggi rappresentano un patrimonio trascurato e che il progetto di Idrogeo, suffragato da studi dell'Università di Firenze ed inoltrato al Veneto, vorrebbe rilanciare.

"La nostra proposta tiene conto della fascia di rispetto richiesta dai 360 Albergatori dell'area delle Terme Euganee - ha precisato Murratzu - e lo sfruttamento delle acque termiche per il riscaldamento di Padova non intaccherà l'area turistica termale. Il principio, però, è il medesimo: come si riscaldano i luoghi turistici si possono riscaldare le città".

Questa progettualità s'inquadra in uno sfondo europeo che vede in testa Parigi che impiega le fonti geotermali del proprio sottosuolo a 2500 metri di profondità e a temperature di 70 gradi. Sergio Ferraris, Direttore di Qualenergia di Legambiente, ha osservato anche che "si è persa una politica energetica incentrata sull'esponenzialità di interessi collettivi. Negli ultimi decenni è prevalsa la frammentazione e, per fare un esempio, in un quartiere storico romano, nel 1965 poteva esserci una sola centrale di teleriscaldamento e una sola antenna televisiva. Oggi ognuno ha una sua caldaia ed antenna e la messa a norma ricade nella sfera privata". Jacopo Fo, fondatore di Ecofuturo, ha messo in evidenza il fatto che "occorrerebbero campagne informative che raggiungessero più capillarmente la popolazione".