Da un lato la Rai ha annunciato, proprio in questi giorni, che non ci saranno richieste di arretrati del Canone Rai in bolletta. Dall’altro lato un’importante e recente pronuncia dalla Corte di Cassazione si è schierata a favore del pagamento del canone Rai da parte del contribuente anche nelle ipotesi in cui non c’è effettiva fruizione del servizio. I contribuenti, quelli che non avevano pagato l’abbonamento Rai negli anni passati, possono dirsi sollevati proprio perché non ricadrà su di loro il rischio di una pesante stangata. La riscossione prevista per luglio mediante addebito nella bolletta elettrica riguarda quindi solamente i canoni maturati dal 1 gennaio 2016 e non gli arretrati.

Una magra consolazione però, posto che la Corte Cassazione ha chiarito che tutti i contribuenti devono pagare il canone Rai. Ciò anche quando si chiede l’oscuramento delle reti pubbliche Rai 1, Rai 2, Rai 3 proprio per cercare di liberarsi di questa imposta che a molti italiani sta un po’ antipatica. La Corte di Cassazione ha infatti confermato la natura di prestazione tributaria del canone Rai, che prescinde dal rapporto contrattuale (che quindi non sussiste) fra il contribuente e la Tv pubblica.

Descrizione del caso sottoposto alla Cassazione

Il caso da cui trae origine l’ordinanza n1922/16 della Corte di Cassazione riguarda un contribuente che aveva chiesto l’annullamento di una cartella di Equitalia che gli contestava il mancato pagamento di 6 annualità del canone Rai.

I giudici di merito gli danno ragione anche perché quest’ultimo ha fatto notare di aver richiesto l’oscuramento delle reti Rai a seguito della ‘rottura’ dell’apparecchio tv. Il contribuente però in Corte di Cassazione non è riuscito a spuntarla perché gli Ermellini hanno sottolineato la natura tributaria del canone che è fondata sulla legge e non è commisurata al non uso del servizio per qualunque causa.

La Suprema Corte ha anche richiamato un'altra sentenza del 2009 della Corte europea dei diritti. La Cedu, in quell’occasione ha ritenuto che l’inquadramento del canone Rai nella categorie delle imposte determina l’obbligo del pagamento per il solo possesso di un apparecchio TV atto a ricevere qualunque programma televisivo.

Tale imposta per sua stessa natura è infatti destinata a finanziare il servizio pubblico della radio-telediffusione.

Canone Rai si paga anche se si chiede l’oscuramento delle reti

I giudici di Piazza Cavour hanno dunque rigettato il ricorso del contribuente, che inoltre aveva cercato di puntare, sebbene invano, anche sulla prescrizione (di 10 anni) della cartella esattoriale per il mancato pagamento del canone. La Suprema Corte si è adeguata quindi all’orientamento maggioritario della giurisprudenza anche a Sezione Unite (Cassazione S. U. sentenza n. 24010/2007) che ha abbandonato la precedente concezione del canone come una tassa. Ne consegue che lo stesso è dovuto proprio perché è riconducibile ad una manifestazione di capacità contributiva del singolo cittadino.

La legge di Stabilità 2016 ha inoltre introdotto una presunzione automatica di detenzione della TV da parte del contribuente per il solo fatto di avere un’utenza elettrica nel luogo di residenza. Ne consegue che quest’ultimo, per non pagare il canone, sarà dunque tenuto ad attestare di non avere in casa un apparecchio televisivo mediante l’autocertificazione. Essa deve essere inviata all’Agenzia delle Entrate, Ufficio 1, Sportello S.A.T. Per altre info di diritto premi il tasto segui accanto al mio nome.