Da mercoledì 16 a lunedì 21 agosto, il Partito Radicale Transnazionale ha indetto una protesta nazionale per chiedere al Governo che si provveda ad emanare decreti delegati della riforma dell'ordinamento penitenziario, mediante il "Grande Satyagraha" consistente in uno sciopero della fame, a cui i detenuti aderiranno.

I detenuti del carcere di Bari fanno lo sciopero della fame

A Bari, l'espressione di manifestazione del malcontento assume caratteri esemplari della solidarietà: i detenuti doneranno il proprio cibo ai centri di raccolta che si occupano di assistenzialismo e lotte allo spreco a favore delle persone che riversano in un grave stato di indigenza e che con ardue difficoltà riescono a provvedere quotidianamente ai fabbisogni primari.

L'associazione "In.Con.Tra" - ente designato per la raccolta del vitto non consumato - si recherà, con il supporto di volontari, presso la Casa Circondariale della Città Metropolitana nei giorni prestabiliti, muniti di un automezzo apposito e con modalità concordate con la struttura cautelare, per procedere al ritiro del cibo.

Quali sono gli altri obiettivi della protesta?

La protesta di portata nazionale è stata attuata per chiedere al Governo che venga presa in considerazione anche la problematica inerente all'edilizia delle strutture carcerarie italiane, affinché vengano rispettati tutti i diritti inviolabili dell'uomo, enunciati dalla Carta fondamentale dello Stato, e vengano attuate misure che si facciano garanti della dignità dei carcerati quali soggetti da supportare nel processo di reintegrazione e riabilitazione sociale.

La protesta nazionale ha contato sull'appoggio di molti direttori delle Case Circondariali e delle associazioni attive a sostegno delle persone in difficoltà: al fine di dare un completo appoggio alla richiesta di attenzione dei detenuti italiani, l'associazione "In.Con.Tra" ha infatti deciso di rifiutare, per i giorni in cui sarà attuata la protesta, il ritiro del cibo dall'ente amministrativo.

Un grido d'aiuto quello dei detenuti baresi che si è tradotto in una lezione umanitaria dalla quale ogni buon cittadino dovrebbe prendere esempio. La povertà, in una società caratterizzata da alti tassi di disoccupazione, è un fenomeno che tende ad estendersi a macchia d'olio e che si mostra non molto lontano dai nostri occhi o dai luoghi che siamo abituali frequentare e che può essere combattuta solo con un forte spirito caritatevole, analogo a quello che hanno dimostrato i detenuti baresi.