Nel 1981 nell'anticonformista Inghilterra si decise per la prima volta di assegnare tre punti per la vittoria anziché due. Nel 1994 anche l'Italia calcistica fece la fatidica scelta. Motivo? Si voleva incentivare lo spettacolo e penalizzare squadre ed allenatori appassionati del risultato di parità e poco amanti del rischio.

Nel considerare la moltitudine e la gravità di certi episodi isterici tipici del mondo del pallone - tifosi o presunti tali assedianti e minaccianti i club del proprio cuore, presidenti angosciati da una precaria classifica, operatori dell'informazione invocanti cambi di allenatori dopo pochi turni di campionato - ci siamo chiesti se per caso tale pericoloso e tutt'altro che dilettevole stress non dipendesse anche dalla distorsione della lettura delle statistiche, leggi punti in classifica.

Per sfizio abbiamo rielaborato l'attuale graduatoria di Serie A distribuendo due punti alle squadre vincenti, come succedeva in passato. Udite udite: la differenza è risultata praticamente nulla!

Grazie ai tre punti, è penalizzata la Lazio che perde un punto sul Genoa ed è raggiunta dall'Atalanta. Più in basso, l'Udinese scambia la posizione col Torino avvantaggiandosene. Roba di poco, pochissimo, conto. C'è da chiedersi se in casa Sampdoria e Catania, con soli otto punti meno del Verona veleggiante in alta classifica, gli allenatori sarebbero già saltati oppure no. I tredici di distacco effettivi fanno tutt'un altro effetto, un effetto ansiogeno che meriterebbe uno studio più  approfondito.

Visto che siamo in tema di curiosità, ci sembra anacronistica la cosiddetta regola del "gol in trasferta vale doppio" che riguarda le partite di coppa ad eliminazione diretta con match di andata e ritorno. Un tempo aveva senso privilegiare le reti segnate fuori casa poiché su certi campi le pressioni esercitate sugli arbitri erano tali e tante da invitare quelli meno coraggiosi ad avere un occhio di "riguardo" per le squadre di casa.

Oggi, grazie alle abbondanti riprese televisive e allo sviluppo tecnologico, certi orrori del passato sono scomparsi, al punto che ci sembra ingiusto che una squadra elimini l'altra solo per aver fatto un gol in più in trasferta. Non sarebbe più corretto prolungare all'extra-time uno scontro finito col doppio pareggio a prescindere dal punteggio o un 2-0 ribaltato con un 1-3? Per non parlare poi del peso di un gol segnato dalla squadra fuori casa nei tempi supplementari: una vera manna dal cielo!