Ogni anno la stessa storia. Squadre imbottite di riserve,spalti vuoti ed il solito ritornello: la Coppa Italia è una competizione dalfascino perduto.

Non sono bastate le varie modifiche alla formula del torneoper restituire al secondo trofeo italiano l'appeal di un tempo. E così ilquadro continua ad essere sempre lo stesso. Eppure, alcune semplici innovazionipotrebbero riportare in auge la Coppa Italia.

Il tabellone. Lastruttura attuale del torneo è nuovamente da ripensare. Le cosiddette"grandi" di Serie A sono preservate fino agli ottavi di finale, esolo a quel turno entrano in scena.

Questosignifica che, complice la presenza degli impegni europei, le squadre più seguite entrano in gioco a Gennaio,a metà stagione. Ovviamente in questo modo le gare precedenti, che impegnanosocietà con minori eco mediatiche, passano inevitabilmente in secondo piano, ela maggior parte degli appassionati di calcio neanche sa quando si disputino.Meglio quindi coinvolgere Juve, Roma, Napoli ecc. più precocemente, anchesemplicemente un turno prima, come teste di serie in un sedicesimo, e non unottavo, di finale.

Il calendario. Finchègare di Coppa Italia si giocheranno di mercoledì pomeriggio gli stadicontinueranno ad essere vuoti. Questa innegabile considerazione porta aprendere ad esempio l'Inghilterra, Paese calcisticamente anni luce avanti alnostro, dove le partite di FA Cup si giocano di Domenica.

Ecco l'idea: perché nonfare un paio di turni infrasettimanali in più di Serie A (comunque seguiti, peril richiamo del Campionato) liberando la Domenica in cui inserire le partite diCoppa articolate su più orari?

L'anno nuovo. Altraidea "inglese": generalmente in Italia si gioca la prima partitadell'anno all'Epifania. Un'innovazione potrebbe essere aggiungere un turno diCoppa intorno al 2 o 3 Gennaio, sfruttando fra l'altro la "astinenza"calcistica dei tifosi dopo lo stop natalizio: al primo match, tutti allo stadioo davanti alla tv.

I premi. Sicuramentenon sono solo i tifosi a "snobbare" la Coppa Italia. Le stessesquadre infatti scendono in campo quantomeno rimaneggiate, lasciando ampiospazio alle cosiddette seconde linee. Questo è magari comprensibile per le squadreche hanno anche impegni europei, molto meno per le altre. In ogni modo renderepiù remunerativi i successi in questa competizione potrebbe essere utile adinvertire questa tendenza.

Il "paracadute".Specialmente con la formula attuale (ottavi di finale in gara unica in casadelle squadre più forti del nostro Campionato), le cosiddette"piccole" si sentono vittime designate quando arriva il mercoledì diCoppa. Dovendo necessariamente far punti la Domenica nella corsa alla salvezza,queste squadre non rischiano i loro giocatori più importanti in Coppa Italia.Ecco come, dunque, introdurre una norma che eviti automaticamente laretrocessione alla squadra che vince questo trofeo aggiungerebbe un po' - unbel po' - di pepe a questa competizione

La finale. Quest'ultimainnovazione che suggeriamo non è poi così utile da attuare, ma sarebbe un incentivointeressante per molte squadre: variare la sede della Finale ogni anno, comeavviene per le competizioni europee.

Avere, ad esempio, la Finale programmata aGenova, sarebbe un grosso stimolo per Genoa e Sampdoria a lottare con ogniforza possibile per alzare un trofeo sul proprio campo; e l'anno dopo potrebbetoccare a Udinese, o Fiorentina, o Bologna…