E' terminata 0-1 la partita d'andata degli ottavi di finale che ha visto contrapporsi allo stadio Meazza

Milan e Atletico Madrid. La squadra di casa ha mostrato un ottimo approccio alla partita, anche merito del cambio di modulo che mister Seedorf ha adottato aggiungendo un centrocampista di quantità e qualità come Poli - viste anche le assenze di Honda e Montolivo - optando per un più cauto 4-4-2 rispetto al 4-2-3-1utilizzato fino a questo momento. Con questo assetto - oltre a mostrare una buona fluidità di gioco rischiando poco o niente - la squadra di casa è riuscita a creare diverse occasioni da rete tra cui spiccano i due pali prima di Kakà e poi di Poli e un intervento dubbio in area di rigore dell'Atletico sempre ai danni di Poli.

Le squadre sono andate al riposo sullo 0 - 0.

Ma è sembrata troppo repentina la metamorfosi della squadra rossonera rispetto alle ultime uscite per non insinuare dei dubbi sulla possibile tenuta atletica dei giocatori. E il dubbio puntualmente si è materializzato nel secondo tempo quando il Milan - costretto ad abbassare il baricentro - non è più riuscito ad impensierire gli avversari fino al triste epilogo del goal piuttosto fortunoso di Diego Costa. Stimo molto Seedorf come allenatore ma sembra evidente che in alcuni frangenti paghi lo scotto della mancanza di esperienza. La squadra è partita bene ma in una partita che dura 180 minuti non era il caso di dosare con maggiore oculatezza le forze?

E non era il caso di infoltire il centrocampo quando la squadra ha iniziato ad andare in sofferenza?

Che il cambio di allenatore abbia portato ad un miglioramento dell'autostima all'interno dello spogliatoio è evidente. Ciò non è bastato però per impedire la sconfitta. E se l'accesso ai quarti è ormai compromesso è doveroso comunque provarci magari rispolverando quel 4 2 3 1 che in un caso disperato come questo e con altri interpreti può rappresentare la chiave di volta del passaggio del turno.

In Champions League il coraggio paga. Proporre Balotelli sulla fascia destra con Pazzini al centro dell'attacco e due fra Kakà Honda e Taarabt alle spalle, potrebbe essere una buona soluzione. Ma effettivamente per schierarsi così serve tanto e forse troppo coraggio.