Coverciano - Alle 20.08 di domenica 01 giugno arriva la bomba: Giuseppe Rossi è fuori dalla lista dei 23 per il Mondiale che partirà tra poco più di 10 giorni in Brasile. Il CT Prandelli non gli ha perdonato l'esitazione nei contrasti mostrata negli allenamenti durante il ritiro azzurro e, soprattutto, ieri nell'amichevole inglese contro l'Irlanda. Con buona pace dei vari Maggio, Destro, Ranocchia, ma l'attenzione va tutta su colui che fino a poche ore fa era considerato, in primis, un intoccabile dal mister lombardo e, in secondo luogo, il salvatore della patria da una gran fetta del tifo azzurro.
Una decisione che ha lasciato disorientati tanto gli addetti ai lavori, concentrati su chi sarebbe rimasto appiedato tra Parolo, Aquilani, Verratti, Insigne, quanto Rossi stesso, impegnato in una corsa contro il tempo per recuperare dall'infortunio del 5 gennaio scorso, proprio per staccare il biglietto per il Brasile. Cinque mesi di sofferenze e sacrifici che, però, non sono bastati all'italoamericano, lasciandolo di nuovo al palo. Di nuovo, proprio perché ormai per Rossi la consacrazione con la casacca azzurra è un conto aperto che non riesce a risolvere: nel 2010, nella sciagurata rassegna sudafricana, rimase fuori per scelta tecnica di Lippi; nel 2012, dovette saltare l'Europeo in Polonia ed Ucraina per lo stesso infortunio che praticamente gli impedisce di partire ora per Manaus.
Un maledizione azzurra quella di Rossi e degli italiani che vedevano nei suoi 15 gol in 20 partite quel bomber dal gol assicurato, capace di trascinare la Nazionale sulla sabbia brasiliana. Ora spetta a Cassano non farlo rimpiangere.
Infatti è proprio FantAntonio ad aver scalato le gerarchie e destinato ad affiancare Balotelli nel tandem azzurro.
A meno di un, al momento inverosimile, cambio di modulo in extremis di Prandelli, passando dall'ormai collaudato 4-3-1-2 di sabato al 4-3-3, dove troverebbero spazio sia Candreva che Cerci ai lati di SuperMario. Una cosa è certa: i 12 gol in 34 partite di Cassano e i 14 in 30 partite di Balotelli valgono praticamente la metà di quelli che Pepito Rossi avrebbe potuto siglare dal 5 gennaio in poi, avviato com'era prima a trascinare la Fiorentina in Champions e poi a prendersi il titolo di capocannoniere della Seria A, titolo andato poi ad Immobile.
Discorso a parte meriterebbero proprio i gol (22 in 33 partite) di Ciro Immobile, che però Prandelli vede solo come vice Balotelli e non suo comprimario.
In appendice, le altre scelte. All'ultimo respiro vincono i propri duelli Parolo con Romulo mezzo acciaccato, Aquilani con Montolivo per forfait, Darmian con Maggio, Paletta con Ranocchia che però ugualmente partirà come 24esimo per il Brasile, proprio monitorando le condizioni dell'oriundo, oltre ai già rinnegati Pasqual, Mirante e Destro. Insigne prenderà proprio il posto di Rossi, sperando che il folletto di Frattamaggiore riuscirà a trascinare la Nazionale italiana in finale, come già fece con l'Under 21 di Mangia all'Europeo in Israele del 2013, persa poi 4-2 contro la Spagna. Che questa volta il destino non gli riservi una vendetta?