La massima serie del campionato italiano si tuffa nel girone di ritorno. Venti squadre e sessanta milioni di tifosi tutti con le valigie pronte. La traversata coast to coast dalla 20° alla 38° giornata durerà ancora quattro mesi e mezzo, un'apnea interminabile per ancorarsi alla cima della A o anche semplicemente per restare a galla. Un respiro profondissimo aspettando la prodezza che toglie il fiato.

La Juventus sogna il quarto Scudetto consecutivo, l'incubo si chiama Roma. Per la Champions giocano tutti a carte scoperte. Il Napoli, la Samp, la Fiorentina, l'Inter e il Milan hanno i loro assi nella manica.

L'inverno, oltre al freddo, ha portato con sé anche il mercato di riparazione: Gabbiadini, Muriel, quasi certamente Eto'o, Diamanti, Podolski, Shaqiri e Cerci sono pronti a cucirsi addosso l'etichetta di trascinatori. La Lazio e il Genoa proveranno a rispondere picche con quello che hanno - mica poco! - più Mauricio (centrale brasiliano ventiseienne acquistato da Lotito) e Niang (Genoa). E chissà che al tavolo d'Europa non decida di sedersi anche quella vecchia volpe di Zamparini, in fondo Dybala ce l'ha solo lui.

Cinque punti e tante polemiche dividono gli inquilini di un attico troppo piccolo per starci in due: i bianconeri e i giallorossi non hanno bisogno di prosciugarsi nel mercato e, aggiungiamo, nemmeno in inutili disquisizioni arbitrali.

La sentenza la emetta pure il campo, diciannove audizioni basteranno certamente per decidere se la Juve è un insaziabile tiranno o un despota al tramonto.

Sicuramente Allegri e Garcia, comunque, non si lasceranno distrarre dalla confusione dei piani inferiori: basta tirare appena il naso fuori dal terrazzo per accorgersi che giù c'è aria di assemblea condominiale.

Le riunioni sono addirittura due. Si decide tutto, dal terzo posto alla salvezza. Otto squadre in otto punti, vogliono affacciarsi tutte sulla "grande Europa", qualcuno però non troverà posto nemmeno in quella più piccola (Europa League). Non è che giù stiano messi poi tanto meglio: il Sassuolo e l'Udinese dividono i sogni europei dalla lotta per non retrocedere.

Sette punti e sei squadre con l'incubo dello sfratto. Il Cagliari, attualmente terzultimo, rischia di più; il Torino tra le "disperate" è quella che respira meglio. Praticamente senza ossigeno, invece, Parma e Cesena, attese domenica dallo scontro diretto: per loro l'ultima spiaggia è già domenica.