A metà stagione la Serie A 2014/2015 può fare i primi bilanci. A livello di classifica delle squadre è facile accorgersi di come il campionato sia livellato verso il basso. Ci sono due team, Parma e Cesena che sono lontani dal quart'ultimo posto, valevole per la salvezza. Due situazioni diverse ma che rappresentano una criticità del calcio italiano. Ci sono, infatti, alcune piazze in netta difficoltà. Un problema che nasce soprattutto dal numero di società presenti nella massima serie. Proprio questo punto va analizzato meglio.
Una Serie A a venti squadre, come l'attuale, non ce la possiamo più permettere.
Intanto si è persa molto la competitività e di conseguenza è calato l'appeal: meno introiti per le televisioni. In più i contratti degli sponsor diventano sempre meno lucrativi e in alcuni casi non vengono più fatti. La perdita di competitività risuona anche negli stadi ormai sempre più deserti. Due sono le società italiane che hanno lo stadio di proprietà: la Juventus che ha dominato e sta dominando il torneo, e il Sassuolo, anche se in questo caso il proprietario è il Presidente Squinzi e non la società. Altre, come la Fiorentina, ci stanno lavorando, ma ancora i risultati sono lontani. Negli altri paesi, come in Premier League, ci si è staccati per trattare autonomamente i diritti tv e riconoscere una quota minore di mutualità alle serie inferiori.
In Spagna, si è optato per le squadre B, squadre di riserva le quali possono partecipare a campionati professionistici. In questo modo si permette una crescita maggiore al vivaio con risultati positivi sia a livello di nazionale che a livello europeo. Non a caso l'ultima Champions ha visto trionfare Il Real Madrid: una squadra spagnola.
La Bundesliga è l'unico, tra i campionati del vecchio continente ancora a 18 squadre, e ricordiamo che la Germania qualche anno fa ci ha tolto la possibilità di schierare quattro squadre nella massima competizione internazionale, attraverso ottimi risultati sportivi. Altro motivo per il quale è bene prendere in considerazione questa ipotesi.
I numeri dicono che sarebbe una buona decisione.
Il nuovo presidente della FIGC Tavecchio, infatti, avrebbe in mente di ridurre entro due anni il numero delle squadre di Serie A. Ma numerosi sono gli ostacoli. A cominciare dalle realtà calcistiche minori che rientrano nella zona bassa della classifica. In realtà gli effetti positivi verrebbero registrati da tutti. Non una soluzione a tutti i mali, sia chiaro, ma un bel passo in avanti. Oltretutto, avere due squadre in meno, consentirebbe di terminare il campionato con qualche settimana di anticipo consentendo alla Nazionale di prepararsi adeguatamente alle varie manifestazioni. Un'altra opzione varata dalla FIGC è anticipare l'inizio del campionato a ferragosto, ma anche su questo punto la polemica è accesa.
Se gli stadi sono semi-vuoti durante l'anno, come si può pretendere di riempirli nella settimana in cui la maggior parte degli italiani va in ferie? Ancora, si potrebbe giocare durante il periodo natalizio; opzione, tra l'altro, già sperimentata dalla lega di Serie B, con notevole successo. Queste sono le idee proposte da Tavecchio. Il calcio italiano non sta attraversando un periodo felice, ce ne accorgiamo da vari fattori, tra cui gli scarsi risultati delle squadre italiane in competizioni internazionali, gli stadi sempre più vuoti e un campionato sempre più mediocre. Un'analisi che salta subito all'occhio e che non può essere ignorata. Vedremo nei prossimi mesi se si riuscirà ad ottenere alcuni degli obiettivi proposti.