Un suo gol resta, e chissà ancora per quanto resterà, unodei più belli di sempre visti nella Serie A italiana. Era una domenica cometante, l’otto settembre 1996, e partendo dalla sua area di rigore, scarta bensette giocatori avversari per poi segnare. La squadra avversaria era il Verona,la sua era il Milan. Parliamo di George Weah, attaccante liberiano dalle immensedoti tecniche, dotato al contempo di forza fisica e agilità. Non a caso l’annoprima gli fu assegnato il Pallone d’oro [VIDEO], il primo anno nel quale veniva consegnatoanche ai calciatori non europei.

Rappresentava un nuovo prototipo diattaccante, quello capace di svariare da un fronte all’altro dell’attacco e nonpiù solo messo lì davanti fisso ad aspettare palla. Figlio insomma del calciomoderno. Ma ora dov’è? Cosa fa? Scopriamolo di seguito, dopo aver sintetizzatola sua bella storia personale.

Origini povere, fino all’arrivo di Wenger

George Weah trascorre la sua infanzia a Clara Town, baraccopolialla periferia di Monrovia. Inutile dire che viveva in povertà, in una Liberiaperennemente lancinata dalla povertà, da malattie e dalla guerra civile. Ma Georgeha una dote: sa giocare bene a calcio e infatti lo prendono quelli dello YoungSurvivors, nome inequivocabile. Tra un calcio e l’altro va a scuola, ma lavora anchein un call center come centralinista.

Passa poi agli Invincible Eleven, squadrapiù quotata. Poi passò agli ivoriani dell'Africa Sports, e ancora aicamerunensi del Tonnere, squadra dove militò anche il mitico Roger Milla, chesmise di giocare a 45 anni. Qui fu scoperto da Arsene Wenger, siamo nel 1988.Allora il coach dell’Arsenal era allenatore del Monaco e andò lì appositamenteper osservalo, ne rimase entusiasta e decise di portarlo in Francia.

In queglianni dominava l’Olympique Marsiglia. Poi lo prese il Paris Saint Germain dovevinse il campionato nel 1993-94, sottratto proprio ai marsigliesi retrocessipure per scandali scommesse. Nel ’95 l’approdo al Milan.

L’avventura coi rossoneri: pochi gol ma belli e importanti

Nell'estate del '95 quella vecchia volpe di Galliani loporta al Milan per undici miliardi.

Ha l’arduo compito di sostituire illeggendario Van Basten. Non segnerà molto nel Milan, ma quelli che fa sono gol importanti.Come quello nella prima partita, col Padova, o come quello contro la Lazio nellapartita del 3 dicembre 1995. E quello dell’anno successivo, straordinario ecitato nell’incipit, contro il Verona. Con l’arrivo di Zaccheroni la convivenzanon sarà facile, giacché quest’ultimo lo fa giocare da esterno. Nel 2000 l'addioe l’approdo in Inghilterra, ma senza lasciare traccia. Così, deluso torna inFrancia, al Marsiglia, e infine all'Al Jazeera, negli Emirati Arabi, dovechiude la carriera nel 2003.

Oggi fa il Senatore

E negli ultimi anni? Weah ha deciso di spendersi per il suopaese.

Nel 2005 si candida alla presidenza della Liberia, ma perde alballottaggio, dopo un turno elettorale pieno dipolemiche e accuse di brogli. Gli fu anche incendiata casa qualche anno dopo, un duroavvertimento. Trasferitosi con la famiglia negli Usa si laurea in BusinessAdministration a Miami. Ma non si arrende e torna a casa, deciso a farepolitica: lo scorso novembre si è infatti candidato al Senato ed è stato elettocon quasi l’ottanta percento delle preferenze, battendo proprio il figlio dellapresidente in carica. L’anticamera di un futuro da Presidente. Si è preso lasua bella rivincita.