Fin da metà luglio 2014, periodo coinciso con l'addio alla Juventus da parte di Antonio Conte e con l'arrivo sulla panchina del nuovo tecnico, Max Allegri, i due allenatori sono stati messi costantemente a paragone da mass media e addetti ai lavori. L'accoglienza dei tifosi per bianconeri nei confronti del tecnico livornese non fu certamente positiva, per usare un eufemismo, e fu sintetizzata da slogan inequivocabili come "Noi Allegri non lo vogliamo". Ciò si spiegava con il grande amore dei tifosi per Conte e con la scarsa simpatia che rivestiva l'ex allenatore milanista, che per mesi e mesi nel 2012 rivangò il torto subito con la invalidazione del gol di Muntari in un famoso Milan-Juve, duello scudetto.

Ma nel giro di un anno cosa è cambiato?

Il flop di Conte

Nel giro di un anno, nessun tifoso bianconero invoca più Antonio Conte, caduto nel dimenticatoio e considerato da molti supporter juventini ormai come un vero "gufo" della Juve di Allegri. In fin dei conti, Conte doveva aspettarsela che sarebbe andata così. Troppo roboanti e fuori luogo erano state le sue dichiarazioni relative al "Non si fa mangia con 10 euro in un ristorante da 100 euro", "Passeranno molti anni prima che una squadra italiana possa tornare in finale di Champions League ". Oggi potremmo dire che si è verificata la legge del contrappasso o la realizzazione del termine greco "nemesi" (distribuzione della giustizia), ossia l'esatto contrario di quanto profetizzato da Conte.

Il trionfo di Allegri

Ad Allegri il merito di essersi calato nella realtà Juve in punta di piedi, con molta accortezza e prudenza. Certo, il parco giocatori di cui ha potuto usufruire era di gran valore tecnico, ma il tecnico livornese ha avuto il merito di saper rinnovare il modulo tattico, conservando nel contempo quanto di buono aveva costruito Conte.

Insomma, un'innovazione sotto il segno della conservazione. Allegri ha schierato la difesa a 4, ma sovente è tornato con la linea a 3, a seconda delle partite e degli avversari. All'allenatore della Juve va il merito di aver vinto un nuovo scudetto, il quarto consecutivo (dopo i tre vinti da Conte), di aver riportato dopo 20 anni la Coppa Italia a Torino, ma soprattutto di aver lanciato e condotto la Juve, dopo 12 anni, in finale di Champions.

Questo grazie alla calma e alla serenità che ha saputo trasmettere alla squadra, grazie alla sua capacità di mantenere sempre un profilo basso e di non fomentare eccessivamente il clima delle partite. Conte, invece no: lui viveva tutto all'ennesima potenza e i suoi giocatori, in Europa soprattutto, erano vittime dell'ansia da prestazione che li pervadeva. La calma è la virtù dei forti, ecco perché Allegri è più forte di Conte. E voi come la pensate?