Con il minimo scarto l'Italia riesce a vincere con Malta e a scavalcare in classifica la Croazia (bloccata sullo 0-0 dall'Azerbaigian) passando così in testa al gruppo H, valido per le qualificazioni ad Euro 2016. Ilct Antonio Conte sembra trascurare l'opaca prestazione degli azzurri e così sentenzia al termine di una gara che ha visto l'italia soffrire più di quanto ci si aspettasse: "Contava solo la vittoria. La partita non ha disatteso le mie previsioni della vigilia. Avevamo tutto da perdere. Erano chiusi nella loro metà campo e si affidavano esclusivamente alle ripartenze".

In effettic'è da essere soddisfatti solo del risultato, in quanto la partita ha mostrato i soliti limiti che accompagnano lanazionale targata Conte. La coppia di play Pirlo- Verratti non ha funzionato, mostrando i limiti che entrambi i giocatori palesano nel ruolo di mezzala e anche la difesa ha scricchiolato, rischiando in più di un'occasione sui contropiede di Effiong.

Positiva è stata la prestazione dell'attaccante del Southampton che così come all'andata in quel di Ta'Qali, ha deciso la sfida del Franchi davanti a circa 10 mila spettatori. Ciò non basta per essere sereni riguardo il futuro della nazionale e di tutto il movimento calcio, se si considera che Graziano Pellè può essere considerato, a tutti gli effetti, un indesideratodel calcio italiano.

Il problema non è solo o sempre rappresentato dalla massiccia presenza di calciatori stranieri che militano nei nostri campionati nazionali. Sembrerebbe essere naturale aspettarsi che operatori e dirigenti di mercato usassero come criterio di scelta il binomio bravo/meno bravo in luogo di quello italiano/straniero. L'impressione è invece che i calciatori italiani siano vittima di uno strano fenomeno.

Un crescente interesse, o per meglio dire, una sudditanza psicologica - che spesso si tramuta in sopravvalutazione - per tutto ciò che si fa o si pensa all'estero, o che da questo proviene. Come dire: "L'importanza di chiamarsiJuan Manuel Iturbe Arévalos".