Ha i contorni di un vero e proprio scandalo,l'inchiesta della Magistratura di Napoli, denominata "Fuorigioco". L'ipotesi di reato è: evasione fiscale e false fatturazioni; la Guardia di Finanza, stamattina, ha eseguito delle perquisizioni e dei sequestri, nei confronti di sessantaquattro persone, tra cui figurano: presidenti, calciatori e procuratori; oltre a diversesocietà di Serie A e B. L'inchiesta è condotta dai Pm Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. La vicenda, inizia nel 2012, quando il nucleo di Polizia Tributaria della Gdf perquisisce una trentina tra calciatori e procuratori, notificando l'avviso di conclusione indagine a sessantaquattro persone.

Nell'inchiesta si ipotizzano delle violazioni fiscali, commesse da: società, procuratori e calciatori, nell'ambito di operazioni di acquisto e cessione di calciatori stessi. Secondo la procura napoletana, è stato creato un"radicato sistema per evadere"; l'indagine ha riguardato, in totale, un centinaio di soggetti e trentacinque società di Serie A e B.

Società e tesserati coinvolti

I militari dell fiamme gialle si sono recati stamattina alle 8:30, nella sede ufficiale del Milanper acquisire dei documenti. Adriano Galliani, amministratore delegato rossonero, risulta tra gli indagati. A fargli "compagnia" ci sono i presidenti di Lazio, Napoli e Palermo: Claudio Lotito, Aurelio de Laurentiis e Maurizio Zamparini, oltre all'ex presidente della Juventus Jean-Claude Blanc, il procuratore Alessandro Moggi - figlio di Luciano - e i calciatori: Mutu, Denis, Crespo, Milito e Lavezzi.

I reati contestati agli indagati sono di carattere tributario e sarebbero stati commessi, durante le operazioni di compravendita, di alcuni calciatori.

Come avveniva la frode

Stando a quanto riportato dagli investigatori, la frode consisteva nel far apparire il lavoro dei procuratori svolto nel solo interesse delle società, alle quali fatturavano, in maniera fittizia, la loro prestazione di intermediazione.

Cosi facendo le società potevano dedurre dal reddito imponibile le spese che risultavano a beneficio dei procuratori ed i calciatori potevano non dichiarare alcuni benefit, ricevuti dalle società stesse. Secondo i magistrati, nel tempo si è determinata una condizione di squilibrio gestionale sul piano economico-finanziario, che avrebbe spinto le società a compiere una serie di reati fiscali.

L'attenzione degli investigatori si è concentrata su diversi aspetti della gestione dei club: dalla gestione dei rapporti tra calciatori, procuratori e società, alle modalità di trasferimento dei giocatori. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche i contratti e le modalità con cui i giocatori vengono iscritti in bilancio. Inoltre gli investigatori hanno controllato le operazioni di: compravendita, rinnovo e gestione dei diritti d'immagine e televisivi. Stando a quanto riportato, sempre dalla magistratura, l'operazione è iniziata nel 2012 con un'intercettazione telefonica; ai tempi si indagava su alcune rapine subite da giocatori che ai tempi vestivano la maglia del Napoli: in tale ambito, venne intercettata una chiama tra Lavezzi e il suo procuratore, nella quale l'attaccante argentino, chiedeva informazioni su un conto svizzero, in favore del calciatore Chavez: meteora del club azzurro.

L'agente, riporta il 'Corriere dello Sport',rispose che il conto in questione era stato chiuso e che presto ne sarebbe stato aperto un altro, presso un'altra banca: nascono da qui i sospetti degli inquirenti, che poi hanno voluto approfondire la vicenda.