Quando la testa è altrove, succede che una squadra vincente tre giorni prima sia l’ombra di sé stessa tre giorni dopo e rischi di vanificare una finale quasi ottenuta. La Juventus vista ieri sera nella semifinale di Coppa Italia contro l’Inter è forse la peggiore di quest’anno, perché quando entri in campo un po’ svagato, con la convinzione di aver già conquistato la finale, succede che chi come l’Inter è alla disperazione e non abbia nulla da perdere, giochi la partita della vita e rischi di fare il colpaccio.

Cambio modulo per Allegri

A San Siro la Juve cambia volto per 9/11 optando per il 4-4-2, ma non è il cambio degli uomini né quello del modulo la motivazione di una prestazione assolutamente al di sotto delle aspettative da parte dei bianconeri che scendono in campo come se fossero in vacanza, condizionati dal risultato dell'andata e palesando un atteggiamento improprio per una squadra che si sta giocando una finale.

Non si vede un tiro in porta da parte della Juve in tutto il primo tempo e questo è sintomatico di una scarsa attenzione nonché di una manovra confusa e sterile. Troppi passaggi sbagliati, troppi errori tecnici e il primo di questi costa caro ai campioni d’Italia: da un rinvio corto di Neto, il pallone arriva a Hernanes che nel tentativo di divincolarsi viene travolto da Medel che suggerisce agevolmente per Brozovic che conclude in rete. È l’uno a zero per l’Inter. I nerazzurri prendono coraggio, poco dopo è Ljaijc a colpire la traversa e più tardi è ancora lui a colpire l’esterno della rete con Neto battuto.

Ripresa ancora di marchio interista

Nella ripresa la musica non sembra cambiare, bastano 4 minuti all’Inter per trovare il gol del raddoppio: da un cross di Eder, arriva in velocità Perisic che consolida il vantaggio interista.

La Juve riprova a farsi vedere con Zaza che in una splendida azione personale colpisce clamorosamente la traversa. Sul capovolgimento di fronte, Asamoah non riesce a intercettare il pallone e ne approfitta Ljajic che sferra il destro, fuori di poco. Ancora il serbo su calcio di punizione serve D’Ambrosio, il cui pallone risulta leggermente alto.

Quando il risultato sembra stabilizzarsi sul 2-0, con l’accesso in finale della Juve, al minuto 36' Perisic supera di forza uno stremato Rugani, che nel tentativo di bloccarlo lo atterra in area. Gervasoni dice che è rigore, dal dischetto Brozovic realizza. È il 3 a 0 interista che decreta la situazione di pareggio con il risultato d’andata.

Negli ultimi dieci minuti l’Inter potrebbe addirittura realizzare il quarto gol con Perisic a cui Neto risponde splendidamente. Supplementari.

La Juve cambia passo ma va in finale di rigore

Perisic obbliga Neto ad un altro super-intervento, ma alla lunga la Juve comincia a svegliarsi dal letargo. Su un fantastico rilancio di Cuadrado si avventa Zaza che supera D’Ambrosio e s’invola verso Carrizo, ma il suo diagonale è di poco a lato. I nerazzurri stanno finendo la benzina, la Juve sembra aver fatto il pieno di diesel: al minuto 14' ancora Zaza riprova col sinistro, senza fortuna. Si passa al secondo tempo supplementare e ancora la Juve con Pogba in girata non riesce a trovare il gol-qualificazione.

Ci riprova Eder e per ben due volte Morata, il risultato non cambia, si va a i rigori. Dal dischetto la Juve non sbaglia, l’Inter paga l’errore di Palacio, il penalty perfettamente eseguito da Bonucci decreta il passaggio in finale di una Juve pazza, ma mai doma che a maggiotroverà di fronte il Milan di Mihajlovic.