In una regione ricca di problemi come quella della terra di Calabria, nuovi problemi nascono dal frutto di menti "malate" che sfruttano un passatempo, una passione comune in Italia come quella per il gioco del calcio, per riversare dentro tutte le proprie frustrazioni quotidiane. E' cosi che nell'ultimo turno di campionato, complici gli scarsi risultati sportivi ottenuti fino a questo momento nel Girone C di Lega Pro che i tifosi dell'U.S. Catanzaro hanno deciso di contestare pesantemente l'operato del presidente Giuseppe Cosentino, reo di non avere mantenuto le promesse di lotta per la promozione e una adeguata campagna acquisti.

No alla violenza

Eppure come spesso accade, quello che è lecito come una contestazione civile si trasforma presto in qualcosa che travalica il terreno di gioco: alcune decine di supporters si sono resi arteficidi cori offensivi verso la presidenza oltre ascandire canzoni diminacce nei confronti della figlia del numero uno giallorosso, sua figlia Jessica Cosentino. I cori difficilmente ripetibili ma che invocano unaviolenze di tipo sessuale verso la ragazzasono solo l'ultimo gesto, difatti nell'ultimo derby di Calabria contro il Cosenza (terminato 1-1) sono statiesposti nel settore ospiti striscioni a sfondo razziale di scherno con chiari riferimenti al mondo Gay, senza dimenticare quelli antisemiti di qualche anno prima dove la cittadina dei Bruzi veniva paragonata ad un paese Africano, dimenticando di fare parte del medesimo territorio regionale, da amare e non da attaccare.

Una storia senza fine con tanti storici precedenti quindi, una curva altamente ricca di soggetti in balia dei tempi in un torneo che dopo le violenze ricevute dai calciatori del Foggia nei giorni scorsi si arricchisce nella medesima settimana di una nuova pagina "nera", da dimenticare velocemente, che ha ben poco a che fare con il calcio giocato. La notizia ha fatto scalpore, per essere divenuto il primo coro a sfondo sessuale 'urlato'sui gradoni di una curva di uno stadio di calcio.