La Juventus per la seconda volta consecutiva approda alla finale della Coppa Italia, non accadeva dalla stagione 1959/1960. La partita contro l'Inter ha visto una squadra irriconoscibile che si è fatta rimontare ben tre reti arrivando fino ai calci di rigore. Dopo l'errore di Palacio decisivo il penalty realizzato da Leonardo Bonucci, adesso all'Olimpico di Roma ci sarà il Milan.

Una squadra irriconoscibile

La partita inizia subito male per gli uomini di Massimiliano Allegri che vanno in svantaggio dopo sedici minuti grazie al tiro di Brozovic che batte Neto, da segnalare anche un fallo non fischiato da Gervasoni su Hernanes che ha permesso al cileno di recuperare la sfera.

Un dominio interista con la Juventus che non riesce mai a creare occasioni pericolose. Nella ripresa il forcing dei padroni di casa si fa sempre più insistente e arrivano al raddoppio con il tapin ravvicinato di Perisic. Il terzo centro lo segna ancora Brozovic su calcio di rigore causato da un fallo di Rugani su Perisic. Per Simone Zaza e Alvaro Morata davvero una brutta serata: solo l'italiano ha lottato come un leone colpendo anche un palo quando il risultato era sul due a zero.

Si va ai supplementari e ai rigori

Si va ai supplementari con due cambi per Allegri, entrano Lemina e poi Paul Pogba. A questo punto la squadra si rende molto più pericolosa dei primi novanta minuti con molte occasioni per segnare quella rete che chiuderebbe il discorso qualifizazione ma sia nel primo tempo che nel secondo tempo supplementare, la mira non assiste la Vecchia Signora.

Adesso per stabilire chi affronterà il Milan in finale si va alla lotteria dei rigori. Per i bianconeri segnano Barzagli, Zaza, Morata, Pogba e Bonucci mentre per i nerazzurri decisiva la traversa colpita da Palacio. È festa Juventus dopo il doppio confronto che ha visto due ottime squadre e ora si va a Roma per vedere ancora una grande partita tra le due formazioni più titolate d'Italia.

I migliori in campo sono stati senza dubbio Alex Sandro, Zaza e Bonucci, sottotono invece Rugani, Hernanes, Asamoah, Morata e Sturaro. Per la Juventus bisogna ripartire da questa sconfitta che serva da lezione a tutti, allenatori e giocatori.